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“Più sbirri morti”: minacce sul recinto del presepe al Duomo

LECCE – Due grandi scritte nere attribuibili probabilmente a gruppi anarchici sul recinto metallico del cantiere del presepe in costruzione in piazza Duomo. “Più sbirri morti” e “Acab” (All Cops Are Bastards. In italiano: tutti i poliziotti sono bastardi) le frasi comparse, entrambe seguite dalla A cerchiata, il simbolo più noto del movimento anarchico.

Dura la condanna dell’arcivescovo Michele Seccia che si è accorto del misfatto già alle prime ore dell’alba mentre si recava a celebrare l’eucaristia in una comunità di suore. “Un gesto vandalico e incivile che non ha bisogno di troppi commenti – ha dichiarato Seccia – e che infonde preoccupazione anche in vista dell’apertura del presepe che tra qualche giorno (inaugurazione l’8 dicembre alle ore 20 ndr) arricchirà con la rappresentazione più simbolica e più tradizionale del Natale cristiano questo ‘salotto’ barocco”.

“Giunga tutta la mia solidarietà – ha proseguito l’arcivescovo avvicinandosi dopo la messa al luogo del misfatto dove già i carabinieri facevano i rilievi di rito prima di affidare agli operai della ditta che sta realizzando il presepe il compito della rimozione delle scritte nere – a tutte le forze dell’ordine troppo spesso sotto attacco da parte di gruppi che non conoscono il vivere civile e che fanno di tutto per mettere a rischio la quiete e la sicurezza della città”. “Approfitto di questa infelice occasione – ha concluso Seccia – per manifestare la mia più profonda stima e il mio personale e doveroso ringraziamento alle autorità preposte all’ordine pubblico e a tutte le forze di polizia che a tutte le ore lavorano per garantire serenità e sicurezza alla comunità, spesso nel silenzio e purtroppo, come in questo caso, anche tra le offese e le minacce di gruppi criminali. Spero che questo episodio sia l’ultimo. So bene che già in passato Piazza Duomo e la Cattedrale sono state nel mirino di scritte e danneggiamenti che ne hanno deturpato l’arte e la bellezza: il rispetto delle idee, della cultura, della fede ma anche delle cose altrui, a maggior ragione se fanno parte del patrimonio comune, è il fondamento e l’espressione primaria di ogni libertà.

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