Attualità

“Salviamo il commercio”: 200 attività del centro leccese si mobilitano

LECCE – Ci tengono a precisare di essere apartitici e non minacciano alcuna serrata, vogliono però battere d’anticipo e scongiurare un piano traffico natalizio che proprio non intenderebbero accettare. 200 attività diurne del centro storico leccese aderiscono alla nascita dell’associazione “Salviamo il commercio”, che conta 11 fondatori. A presiederla è Carlo Conte, titolare della gioielleria “Cisternino”, che ha già inoltrato una formale richiesta di incontro al primo cittadino. La richiesta è principalmente una: l’amministrazione coinvolga nella programmazione natalizia anche chi anima il commercio della città.

Vogliono vederci chiaro sulla possibilità della chiusura bis di Via XXV Luglio, già oggetto di malumore lo scorso anno, denuncidenunciano un ritardo nella sponsorizzazione degli eventi natalizi richiamando modelli non troppo lontani, come quello gallipolino. Ad aderire non solo soltanto negozi di abbigliamento, oggettistica, pasticcerie, negozi di alimentari e tabaccherie, ci sono anche cinema e teatri, come il “Massimo” e il politeama Greco. Una mobilitazione corposa che spiega, per voce del presidente, di “avere esigenze nettamente diverse da quelle delle grandi catene di distribuzione” e dunque chiede sostegno.

“Mentre gli acquirenti di provincia scarseggiano -spiegano ancora i commercianti- i leccesi, soprattutto nel periodo natalizio, in centro a fare shopping vengono e come. Chiudendo l’arteria principale d’accesso, i flussi sarebbero facilmente dirottati altrove, soprattutto in caso di maltempo”.

Chiedono di accelerare in tema parcheggi, rinforzi sul fronte illuminazione e un’accelerata pubblicitaria sulla kermesse festiva ormai alle porte. Pur manifestando soddisfazione per il trasloco del presepe in Piazza Duomo e dei pupari al Carlo V, insistono sulla necessità di installare luminarie che segnino il tragitto per raggiungere i luoghi attrattivi, intorno ai quali si snodano le loro attività.

Il “fai da te”, dunque, non basta. E lo dicono a chiare lettere. Vetrine illluminate e attraenti da sole non possono farcela.

Adesso attendono di essere ricevuti dal primo cittadino: “Incontri aperti a tutti noi -precisano- e non ristretti alle sole associazioni di categoria”.

E.Fio

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