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Qualità della vita, Lecce prima provincia in Puglia. Peggiorano Brindisi e Taranto

SALENTO- Nella provincia di Lecce si vive decisamente con poco e con tanti problemi ma meglio che altrove in Puglia: è quanto restituisce l’indagine sulla “Qualità della Vita” realizzata da ItaliaOggi in collaborazione con la Sapienza di Roma e con Cattolica Assicurazioni. Le distanze restano siderali rispetto alle piccole e medie città del Nord Est e si resta in zona rossa, con una qualità scarsa, mentre Taranto non raggiunge neppure la sufficienza. Nella classifica generale, solo la provincia di Lecce recupera posizioni, sette per l’esattezza, piazzandosi al 79esimo posto e non più all’86esimo. Perdono quota, invece, Brindisi e Taranto: la prima passa dal 78esimo all’80esimo posto, la seconda scivola dall’84esima all’88esima posizione.

Entrando nei dettagli delle singole graduatorie che hanno contribuito a formare quella generale, si comprendono meglio i dati. Per affari e lavoro, Taranto recupera due posizioni (85esima); Lecce, 90esima, scala di nove; Brindisi (95) ne perde quattro. Lecce, ad esempio, è a metà classifica per numero di start up e imprese innovative ma peggiora per imprese cessate (95), fronte su cui reggono invece Taranto, decima in Italia, e Brindisi, 37esima.

Al di là del sorprendente dato sull’ambiente, che ci vede risalire la china, c’è poi la questione criminalità. La provincia leccese migliora di molto: 17esima e non più 33esima; idem quella brindisina, che è 53esima (e non più 63esima). Peggiora Taranto, che dal 28esimo passa al 35esimo posto. Dilagante, invece, il disagio sociale, che ci inchioda in coda alle classifiche (Lecce 82esima; Taranto 90esima; Brindisi 105esima). In questo spaccato rientra anche il dato delle morti per tumore ogni cento decessi. Lecce e Taranto hanno la stessa percentuale: 27,57 per cento e si piazzano al 70 e 71esimo posto (Taranto era al 59esimo nel 2017), mentre Brindisi segna il 26,72 per cento e scivola dalla 36esima alla 51esima posizione.

Capitolo popolazione (indice che nasce incrociando ad esempio i dati della densità demografica, nuclei familiari, di emigrazione e immigrazione): Taranto è nel gruppo di testa (19esima), Brindisi (28) e Lecce (46) in quello “accettabile”. La nostra continua ad essere terra da cui si emigra troppo: Brindisi resta ancora seconda in Italia per questo, Taranto è settima, Lecce 21esima.

Fanalino di coda per i servizi finanziari, lo siamo soprattutto per il sistema salute, per il quale ci vengono attribuiti voti scarsi (Lecce al 79esimo posto) e insufficienti (Brindisi al 96esimo, Taranto 102esimo), specialmente a causa della mancanza di personale medico e infermieristico. Va male anche in un settore che pure avrebbe dovuto risollevarci: turismo e tempo libero (Lecce 89°, Taranto 100°, Brindisi 103°). Non si raggiunge la sufficienza da nessuna parte in Puglia, con un sottodimensionamento delle strutture dedicate a questo, compresi alberghi, ristoranti, caffetterie. Un’economia che non contribuisce come dovrebbe, dunque, a risollevare il tenore di vita, per il quale, anzi, peggioriamo tutti: Taranto perde 21 posizioni, diventando 65esima; Brindisi ne perde 18, piazzandosi al 75esimo; Lecce è ancora più in basso, 86esima (-21 punti).

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