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Telecamere negli asili: bocciatura bis per la mozione. É polemica

LECCE – Tra le mozioni all’ordine del giorno nel consiglio comunale di oggi c’é anche quella delle telecamere negli asili. Ha incassato una seconda bocciatura, la precedente risale allo scorso 17 luglio. Ed è polemica.

“Dopo aver tentato con una pregiudiziale del consigliere Molendini di evitare la discussione della mozione di centrodestra  per introdurre le telecamere negli asili comunali, in seguito ad una lunga e accesissima discussione in aula… siamo riusciti ad andare ai voti! – spiegano Federica De Benedetto e Andrea Guido, promotori della mozione in questione –Con 14 voti favorevoli e 14 contrari, la mozione è stata respinta… Quindi: nonostante l’approvazione alla Camera, migliaia di firme raccolte e gli ultimi avvenimenti di cronaca, la sinistra NEGA il sistema di video sorveglianza a tutela dei piccoli leccesi”. “Lo scorso 3 ottobre -ricorda ancora Guido-  l’Autorità Garante l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, nel corso dell’audizione sostenuta innanzi alle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati, ha sostenuto che la previsione di sistemi di video sorveglianza da installare all’interno delle strutture, previsti dalle proposte di legge all’esame delle stesse commissioni, può essere un valido strumento di prevenzione e di contrasto. Secondo l’Autorità Garante va compiuto, nel superiore interesse del minore, un bilanciamento tra la tutela dell’incolumità fisica dei bambini e la loro riservatezza, che può essere operato, come proposto, con sistemi di video sorveglianza a circuito chiuso. Immagini che potranno essere visionate solo dalle forze dell’ordine, previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria in caso di notizia di reato’ – ha precisato Filomena Albano. Per questo motivo -continua Guido- dopo la raccolta firme organizzata da tutti i colleghi del centro destra leccese, insieme agli altri colleghi del centro destra, Federica De Benedetto in primis, avevo deciso di ripresentare una nuova mozione al fine di cercare di smuovere le acque e, soprattutto, le coscienze dei consiglieri di Salvemini e Delli Noci, con la speranza che, almeno per una volta, potessero prendere una decisione in piena autonomia e nel rispetto delle proprie coscienze e dell’impegno assunto innanzi agli elettori, mettendo da parte gli interessi politici di coalizione. Ma nulla!”.

Non tarda ad arrivare la replica di Gabriele Molendini di “Lecce città pubblica”: “Oggi per la seconda volta il consigliere Guido ha riproposto la mozione già presentata (e bocciata a luglio) per installazione di telecamere negli asili nido comunali e vuole comunali per l’infanzia. Un cumulo di inesattezze o invenzioni vengono riportate su social e media in ragione delle sciocchezze dichiarate dai proponenti. Facciamo chiarezza: sono stato io a proporre una questione pregiudiziale perche non si discutesse la mozione Guido: perchè la stessa mozione era stata già discussa e bocciata a giugno e si poteva riproporre solo in un quadro normativo cambiato.

Il che non è. Ha dichiarato Guido che la legge è stata approvata in Parlamento il 28 ottobre:NON È VERO.
È stata per ora approvata solo alla Camera. Differenza non da poco! Già due anni fa analoga proposta di legge approvata da un ramo del Parlamento si è arenata.

Ma perché non la approvate in Comune? (Chiedono alcuni) Semplicemente perché, come spiegato a Guido ed ai suoi, occorre che intervenga prioritariamente una legge nazionale o regionale che disciplini le modalità di acquisizioni dei dati sensibili. Senza una legge nazionale o regionale (la sta facendo anche la Regione Lombardia) NON SI PUÒ FARE.

Perciò altre mozioni, passate in qualche Comune, sono rimaste lettera morta, perché non è possibile per i Comuni deliberare in merito senza una legge nazionale o regionale.

Questa cosa è stata detta e ridetta in aula, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Alcuni però trovano gradevole fare politica atteggiandosi a difensori dei bambini.

Eppure lo avevo detto chiaramente in aula che la cosa si sarebbe potuta tranquillamente discutere una volta approvata la legge.

Ma tant’è…Ho precisato che, come già spiegato dalla voce della maggioranza in luglio, la posizione non attiene al merito, ma al diritto. Il Comune non può disporre delle competenze dello Stato o della Regione in assenza di legge quadro”.

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