MERINE (Lecce) – E’ stata condannata a quattro anni di reclusione perché in qualità di pubblico ufficiale, come dipendente di Poste Italiane, responsabile di consulenza presso lo sportello di S. Cesario di Lecce, avrebbe trattenuto 24 buoni postali fruttiferi intestati ad una donna: oltre 42 mila euro. La donna, M.P.R., 57 enne di Merine, avrebbe attestato falsamente di dover effettuare operazioni prolungate nel tempo per poterli cambiare e investire in altre attività per poi impossessarsi delle somme che non sarebbero mai state consegnate alla proprietaria. L’imputata avrebbe poi attestato falsamente di averle consegnate in contanti alla persona offesa. L’accusa quindi è di peculato continuato. I fatti contestati si sarebbero verificati tra l’ottobre e il novembre del 2011. La donna è stata inoltre interdetta dai pubblici uffici per cinque anni e condannata, in solido con il responsabile civile di Poste Italiane, al risarcimento dei danni con il pagamento di una provvisionale per 47 mila euro riconosciuto alle parti offese, le nipoti della donna che nel frattempo è deceduta.
Ad emettere la sentenza il presidente della seconda sezione collegiale Pasquale Sansonetti.