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Pontili a Otranto, la guerra Soprintendenza-Comune finisce in Procura

OTRANTO- Finirà nelle aule del tribunale penale, oltre che davanti al premier Conte, il duello in corso tra Soprintendenza e Comune di Otranto per lo smontaggio dei pontili nel porto interno. Non indiscrezioni ma una sorta di preavviso quello contenuto nella nota fatta giungere ieri in municipio dall’organo del Ministero dei beni culturali. “Evidenti risvolti penali della vicenda”: usa questa locuzione la Soprintendenza parlando di presunte “illiceità” con riferimento alla conferenza di Servizi convocata dal Comune e che ha dato il via libera al nuovo progetto relativo all’approdo turistico.

La questione è nota: gli attuali pontili hanno un permesso stagionale, motivo per il quale devono essere smontati e rimontati ogni sei mesi. Una spesa stimata in 800mila euro e ritenuta insostenibile dall’ente locale. Eppure, anche il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Soprintendenza, che ritiene che quelle strutture siano di intralcio alla visuale dal mare delle mura antiche. Per evitare, a fine ottobre, lo smantellamento, il sindaco Pierpaolo Cariddi ha deciso di presentare un nuovo progetto nel quale l’altezza dei pontili viene abbassata di 20 centimetri rispetto all’attuale, cosa che permetterebbe di non toccare la struttura esistente, visto che l’altezza originaria di 60 cm si è già abbassata, in media, a 40. Su questo aveva ragionato la conferenza dei servizi del 19 ottobre scorso, durante la quale si era già registrato uno scontro di fuoco con la Soprintendenza, unico ente a mettersi di traverso.

Ora il sindaco attacca: “I termini utilizzati e l’atteggiamento intimidatorio assunto nella nota ci lasciano veramente stupefatti. Si tratta di valutazioni che nulla hanno a che vedere con le specifiche competenze della Soprintendenza e di cui non si riesce a comprenderne il rilievo”. Nulla quaestio, secondo Cariddi, sulla possibilità di segnalare in Procura presunti illeciti, ma ciò che si contesta è la modalità con cui viene esternata la decisione, “in una comunicazione le cui finalità sono volutamente quelle di determinare una anomala situazione di tensione istituzionale. Non solo nei confronti del Comune di Otranto, in quanto alla conferenza di servizi hanno partecipato una serie di Amministrazioni, anche dello Stato, nonché la Regione Puglia e la Provincia di Lecce, che hanno tutte espresso parere favorevole al progetto in esame. Verrebbe da dire: tutti correi?”.

La Soprintendenza ha inoltre annunciato l’intenzione di proporre opposizione all’atto conclusivo della conferenza dinanzi al Presidente del Consiglio dei Ministri, opposizione che sarà valutata in una Conferenza di Servizi appositamente convocata. A parti inverse, è quanto è già successo per sbloccare il progetto del porto esterno.

E anche su questo Cariddi sfida l’organo del Mibact. “Per ricorrere contro la decisione della conferenza è necessario prima riconoscerne la legittimità”, dice. Di più: quella dinanzi alla Presidenza del Consiglio, chiede, “non è forse una sede di massima garanzia anche per la Soprintendenza per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto?”.

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