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Plafoniere d’oro, un anno di denunce

BARI – Il governatore Emiliano, sulla vicenda delle plafoniere da 637 euro della nuova sede del Consiglio Regionale, resa famosa dal servizio di Danilo Lupo per Non è L’arena di Giletti, ha istituito un collegio di verifica per fare chiarezza. Ma siamo sicuri che la decisione di vederci chiaro non arrivi in ritardo?

Forse sì. Lo scorso aprile Telerama raccontava questo: “Sedici anni per progettarla, costruirla ma non vederla ancora completata. La nuova sede del Consiglio regionale della Puglia non sarà inaugurata nemmeno nel prossimo giugno. E intanto i costi lievitano, non solo quelli necessari per pagare l’affitto dello stabile di via Capruzzi, ma anche quelli per costruirla. A quanto sembra dagli atti, il compenso previsto per i progettisti che si aggiudicarono la gara nel 2002, ammontava a 3 milioni di euro. Sedici anni e numerose varianti dopo il conto presentato ammonta a 11 milioni di euro“.

Qualche mese dopo, a luglio, aggiungemmo che “la responsabilità dell’aumento del prezzo totale, passato da 50 milioni di euro a 87 milioni è da ricercare nell’aumento dei costi, anche più piccoli. Come – hanno ricostruito anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle – le plafoniere costate 830mila euro perché da 200 euro l’una costerebbero almeno il triplo. Oppure i controsoffitti: il nuovo materiale scelto avrebbe un costo di 59,16 euro in più a metro quadro, rispetto ad un prezzo iniziale di 3,50 euro. L’aumento è di 200mila euro”.

Basta questo? No. Perché lo scorso aprile riportavamo questo: “Sono tre i filoni d’inchiesta aperti dalla Procura regionale della Corte dei Conti sulla nuova sede del Consiglio regionale. Il primo, noto è sugli incarichi conferiti a legali esterni alla Regione per seguire i numerosi ricorsi presentati negli anni dall’ingegnere barese Michele Cutolo, arrivato quarto nella gara d’appalto. La Cassazione prima e il Consiglio di Stato poi, gli hanno dato ragione. Il punto è, per i magistrati contabili, che il contenzioso sarebbe scaturito dagli errori commessi dalla Regione stessa nella gara. E, dunque, se non li avesse commessi non ci sarebbero stati l’aggiudicazione illegittima, i ricorsi, i legali esterni ecc. Il secondo filone, più corposo, riguarda altri incarichi conferiti ad un legale esterno della Regione. Un “elevatissimo” numero di incarichi legali affidati sempre ad un solo avvocato, legato a doppio filo per altri incarichi sempre alla Regione. Sul professionista, scelto dall’amministrazione retta all’epoca dall’ex governatore Vendola, ci sarebbe una incompatibilità che gli avrebbe permesso di incassare parcelle da record. La cifra è ancora da quantificare ma è dell’ordine di decine di migliaia di euro. Il terzo filone riguarda le 5 varianti del progetto della sede del Consiglio che stanno portando ad una lievitazione dei costi e all’allungamento dei tempi, come riportato da TrNews nei giorni scorsi. Per questo filone però è tutto ancora agli albori, l’attività istruttoria è in corso ma è presto per capire se porterà ad una ipotesi di danno erariale o no. E se, in buona sostanza, il fisiologico aumento dei prezzi per il perdurare del cantiere da 10 anni, ha provocato per responsabilità dell’ente pubblico, un danno erariale o no.

E ancora, a dicembre: “La Finanza sta studiando gli incartamenti acquisiti a settembre per verificare l’eventuale esistenza di irregolarità durante le fasi di progettazione e realizzazione del faraonico immobile”.

E dire che la stessa Regione ha istituito nel 2017 una Commissione d’inchiesta interna per sondare su eventuali sprechi. Quali risultati avranno ottenuto i commissari? Davvero non era possibile istituire un collegio i verifica, molto prima? Prima o subito dopo i numerosi articoli della stampa locale e subito dopo l’istituzione della commissione d’inchiesta interna?

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