MELENDUGNO- “Pdiota” è solo l’offesa meno dura. Ma anche “ciarlatano”, “pagato dal Pd” e così via. E c’è anche il malaugurio: “becchino, rip”. Da giorni, rimbalzano da una parte all’altra dell’Italia gli attacchi diffamatori nei confronti del portavoce del Movimento No Tap, Gianluca Maggiore, da parte di sedicenti supporters M5s. Lo strumento è sempre lo stesso: i social.
“Mettere all’indice chi dissente, soprattutto da parte di chi riveste ruoli istituzionali di rilievo, può sollevare campagne vessatorie inaudite e incontrollate”, denunciano gli attivisti, con chiaro riferimento al video della ministra per il Sud Barbara Lezzi di domenica sera. E incalzano: “Puntare il dito contro un cittadino che dal 2011 si occupa del gasdotto Tap è la soluzione palliativa per chiarire le nebbie e le incoerenze di questo governo sulla questione di questa grande opera inutile? Si cerca di distogliere l’attenzione dal problema principale?”.
“Io non ho nessuna tessera politica, non mi paga nessuno e rappresento cittadini che vogliono chiarezza – dichiara Gianluca Maggiore -. Io voglio che la ministra Lezzi e il premier Conte rendano pubbliche le documentazioni consegnate da SOCAR“.
“Devono spiegare, come avevano promesso, alla popolazione, venendo qui in Salento, non con letterine su Facebook. Rilancio al mittente – prosegue Maggiore – il tentativo di far andare tutto nel dimenticatoio. Venite a San Foca a spiegare che cosa non ha fatto il governo, è una vostra precisa responsabilità politica”.
Stessa modalità, oltre che per il sindaco Marco Potì, è stata riservata anche ad Alfredo Fasiello, altro nome tirato in ballo da Lezzi: da anni sostenitore M5s a Melendugno, domenica mattina ha bruciato la bandiera pentastellata. Una delegittimazione arrivata dalla pagine M5s Inside: “il dalemiano che si spaccia per grillino”.