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Pagliaro: “Abbazia di Casole, un tesoro da salvare”

OTRANTO – Nel Salento ci sono tanti tesori da riscoprire e salvare. Su uno in particolare, un’antica Abbazia a pochi passi da Otranto, accende ora una luce Paolo Pagliaro, salentino doc nell’Ufficio di Presidenza nazionale di Forza Italia e presidente del Movimento Regione Salento.

“Nel Salento, terra dall’immenso patrimonio storico e culturale, nei dintorni di Otranto, ci sono i resti di una struttura che fu il fiore all’occhiello dei monasteri e delle biblioteche d’Europa, parliamo dell’Abbazia di San Nicola di Casole -così ne racconta la storia- Costruita nel 1098 da Boemondo I, uno dei comandanti della prima crociata, fu data ai monaci basiliani. In pochi anni diventò il fulcro della cultura greca nel Salento e il monastero più importante dell’intero Meridione. Papa Bonifacio IX, viste le doti dei monaci “casoliani” diede loro il compito di dirigere vari monasteri sparsi in Italia. La peculiarità della struttura era la valorizzazione della cultura: offriva gratuitamente, a chi lo richiedeva, l’insegnamento della lingua e della letteratura greca; divenne uno dei più importanti centri letterari e vi nacque il Circolo Poetico che non studiava soltanto argomenti religiosi ma anche profani e portò avanti la tradizione della lingua bizantina. Un centro all’avanguardia che però subì l’assedio dei Turchi e fu distrutto; Papa Clemente VII successivamente diede il via alla ricostruzione dell’Abbazia ma ne ricostruì soltanto la chiesa. Nulla tornò come prima e nel 1800 fu completamente abbandonata.

Attualmente è possibile visitare le rovine e ne vale la pena perché sono intrise di storia; è uno dei luoghi italiani che meriterebbero una ristrutturazione e una valorizzazione certosina perché è una delle culle culturali più importanti dell’intero Paese. Tante sono state le parole ed i buoni propositi –dice Pagliaro– ma sono svaniti nel nulla e rischiamo di perdere questo importante documento storico, culturale, e artistico, o ciò che è rimasto; a tal proposito ci facciamo promotori di un’azione mirata al recupero del luogo che deve ritrovare l’antico splendore. È un atto dovuto a chi ci ha preceduto, a chi verrà dopo di noi ed è una giusta causa per salvaguardare la nostra identità”.

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