Ambiente

Tap, di nuovo a Roma. Comitati noTap chiedono stavolta verbale scritto

MELENDUGNO- Chiedono trasparenza. Un verbale scritto accessibile a chiunque. E garanzia di partecipazione. Stavolta, a tutela dei diritti di informazione dei cittadini, comitati e associazioni che si battono contro il gasdotto chiedono di conoscere i dettagli del confronto che ci sarà nella nuova riunione su Tap fissata per il pomeriggio, alle 16, al Ministero dell’Ambiente. Lo chiedono con una comunicazione urgente al sindaco di Melendugno, Marco Potì, a Roma con un gruppo di tecnici, dopo la convocazione improvvisa giunta nella giornata di mercoledì per ulteriori approfondimenti, in seguito ai dossier inviati. Il ministro Sergio Costa ha già fatto sapere che si tratta di un nuovo incontro apolitico, dunque tecnico. E però i Movimenti noTap di Lecce e Brindisi, altre associazioni e cittadini non vogliono che si ripeta l’errore di lunedì, a Palazzo Chigi, quando, a fronte del suo conteggio di 20 miliardi per valutazione costi-benefici, il sottosegretario al MISE Andrea Cioffi non ha fornito alcun documento.

Ecco perché, per il tramite del prof. Michele Carducci, docente di diritto Costituzionale e loro difensore civico, queste realtà ora chiedono al sindaco Potì che venga garantita, appunto, trasparenza e partecipazione. Con un metodo ben preciso, che esiste già ed è quello contenuto nelle linee minime di buona prassi partecipativa (c.d. “Raccomandazioni di Maastrich” di Aarhus e “Linee guida di difesa dei diritti umani dell’OSCE”).

Lo chiedono a Potì perché è poi il sindaco a dover rispondere di fronte alla sua comunità degli interessi ambientali da tutelare. E lo chiedono anche perché il governo Conte ha scelto di non ascoltare né invitare i movimenti, “nonostante i criteri di partecipazione indicati nel Contratto per il governo del cambiamento”.

Dunque, la pretesa è che della riunione pomeridiana “possa essere redatto un verbale conforme alle regole procedurali di pratiche deliberative, fissate sia dalla “Implementation Guide” delle Autorità della Convenzione di Aarhus sia dal Regolamento UE n. 347/2013 come dai documenti OSCE”.

Si guarda poi al diritto ambientale europeo. “Solo a condizioni di conformità a questo e del favor partecipationis a base delle norme UE, Aarhus e OSCE – concludono – il confronto risolutivo con il Ministero dell’Ambiente eviterà le lacune della precedente riunione del 15 ottobre 2018”.

“Non abbiamo idea cosa vogliano di preciso approfondire i tecnici del ministero – dice in mattinata Potì – ma su questa vicenda particolare (come su tante altre), ricordo esserci anche diversi esposti alla procura di Lecce. Comunque vada, io chiederò con forza di aggiornare e continuare il tavolo tecnico con la presenza attiva del Presidente della Regione Puglia Emiliano (che ho sentito stamane al telefono estremamente contrariato di questo mancato invito!) e dell’Arpa Puglia, in quanto enti competenti in materia ambientale e responsabili del territorio pugliese. Su una cosa sono certo, noi terremo ben ferma la barra. Tap è un’opera dannosa, va fermata e deve essere riaperta la procedura Via. Altro che penali! I risarcimenti dei danni li chiederemo noi, non gli azeri!”.

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