LECCE – Violenza privata aggravata nei confronti di un’insegnante sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio e successivo ricovero in ospedale, secondo l’accusa non necessari. Sono quattro le persone che andranno a processo dopo la denuncia della parte offesa e le indagini: si tratta dell’allora dirigente scolastico di una scuola primaria di un comune a Nord di Lecce, del comandante della locale stazione dei carabinieri, di una dottoressa arrivata con un’ambulanza del 118 chiamata dal maresciallo e di un medico del centro di igiene mentale. La vittima è una docente leccese di 61 anni difesa dall’avvocato Stefano Prontera Il processo si aprirà il prossimo aprile davanti alla Prima Sezione del Tribunale Monocratico. Le indagini sono state coordinate dal pm Francesca Miglietta. Le accuse per i quattro imputati sono di violenza privata aggravata, a vario titolo, da abuso di relazione d’ufficio, abuso di autorità, abuso di prestazione d’opera. I fatti si sono verificati il 20 dicembre del 2014. La presunta vittima quel giorno era in classe. Il dirigente scolastico voleva notificarle un atto amministrativo al quale l’insegnante si opponeva: chiedeva che la notifica avvenisse a casa e non durante le ore di lezione. In quel momento sarebbero cominciati i problemi. Secondo l’accusa il dirigente insieme al comandante di stazione fatto arrivare sul posto, dopo averla minacciata, avevano afferrato la donna conducendola fisicamente in un ufficio all’interno della scuola trattenendola con la forza. All’arrivo del 118 chiamato da loro, la 61enne era stata costretta a subire un Tso secondo l’accusa non necessario: iniezione di farmaci sedativi e successivo ricovero in ospedale nonostante la donna non manifestasse, sostiene il pm, alcun segno di malessere. Una lunga vicenda giudiziaria che continua dopo un’ archiviazione e l’opposizione della donna. Il giudice ha poi disposto l’imputazione.
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