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Porto da smontare a Otranto, battaglia su 20 centimetri

OTRANTO- La battaglia per il porto interno di Otranto misura 20 centimetri. Venti come la differenza tra l’attuale altezza dei pontili galleggianti, pari a 60 centimetri sopra il livello del mare, e quella di 40 che il Comune ha proposto per il mantenimento della struttura che, altrimenti, deve essere smantellata a fine ottobre per poi essere rimontata in vista della prossima estate. Il nuovo progetto, che punta appunto all’abbassamento, sarà discusso in conferenza dei servizi il 19 ottobre. È il coniglio che il sindaco Pierpaolo Cariddi ha tirato fuori dal cilindro per provare a evitare di dar seguito alla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Soprintendenza. Per quest’ultima, quei pontili vanno smontati almeno per sei mesi l’anno a tutela della visuale, specie dal mare, dei bastioni e del borgo antico. Una visuale che al momento sarebbe già salva, secondo il Comune, che alla relazione del nuovo progetto ha allegato foto simili scattate dalle imbarcazioni:

 

Chi protesta da settimane contro questa ipotesi, raccogliendo mille firme, ritiene che sarebbe ancora più pesante l’impatto in quel caso. Non solo pontili accatastati fino a nove metri, ma anche rifiuti da smaltire come i cavi inutilizzabili e un cantiere aperto per quattro mesi tra smontaggio e rimontaggio, per una spesa di circa 800mila euro l’anno.

Su quei 20 centrimetri si gioca non solo il futuro di una infrastruttura che Otranto ha sempre ritenuto necessaria, ma anche quello di un centinaio di lavoratori delle tre cooperative che gestiscono i 250 posti barca e dell’indotto. L’abbassamento a 40 centrimetri è proposto perché in questo modo i pontili risulterebbero più bassi del basamento di calcestruzzo alla base delle Mura aragonesi. 40 cm perché è già la media dell’altezza della struttura, che in alcuni punti si è inabissata maggiormente. Si cerca il compromesso: il porto in ogni caso funzionerebbe tutto l’anno, ma senza pontili sarebbe com’era prima, una disordinata sequenza di barche ormeggiate con corpi morti.

Sul nuovo progetto sembrano già convergere tutti gli enti interessati, tranne la Soprintendenza. La decisione a maggioranza in conferenza di servizi, però, a quel punto, le lascerebbe aperta solo una strada, quella del ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. E la battaglia sui 20 centimetri, a quel punto, diventerebbe più politica che tecnica.

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