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Il Comune di Salice sgombera la Cianfrusoteca anti-discarica

SALICE SAL.- Il cartello all’ingresso lo conferma: “la Cianfrusoteca non riaprirà più”.

Si ferma l’esperimento che per otto anni ha dato nuova vita a questo immobile costruito negli anni ’80 per ospitare il mercato del pesce e mai entrato in funzione, fino, appunto, al 2010, quando l’associazione Cianfrusocoop, grazie al bando regionale Principi Attivi, ne ha ottenuto la concessione. Tonia De Vincentis, tra le volontarie che ha animato il progetto, ci apre la porta: in questi giorni, si sta cercando di donare quanto più possibile gli oggetti rimasti, portati qui da chi non li voleva più, perché avessero un’altra vita. “Abbiamo contattato associazioni, enti caritatevoli, famiglie, singoli cittadini, perché sarebbe il colmo lasciar finire in discarica questi oggetti”, spiega la volontaria.

Salice Salentino sceglie di rinunciare ad uno degli esperimenti di innovazione sociale più significativi del territorio, primo esempio in tutta Italia di mercato stabile dello scambio non monetario: il Comune ha disposto lo sgombero del locale, da destinare ad “altro uso”, non meglio specificato nei provvedimenti. La prima ordinanza era giunta all’inizio dell’anno: 15 giorni per portare tutto fuori. Tempi troppo ristretti: “durante incontri in municipio ci sono state date ampie rassicurazioni – spiega De Vincentis – e si è discusso persino di nuovi progetti da poter lanciare e legati al mercato settimanale che si svolge lì intorno. A fine agosto, la doccia fredda: sollecito di sgombero in 60 giorni. A quel punto abbiamo detto basta”.

La sfiducia è evidente e brucia, soprattutto dopo tanto volontariato e tanto bisogno riscontrato. Nato come un progetto ambientale, con l’idea di sottrarre alle discariche migliaia di oggetti, la Cianfrusoteca ha avuto grande valenza sociale: con tre aperture settimanali garantite per sette anni e due nell’ultimo anno, è stato uno spazio frequentato non solo da chi ne ha compreso la filosofia alla base. “Il 90 per cento degli utenti era rappresentato soprattutto da famiglie bisognose provenienti da tutto il circondario e che qui hanno trovato, senza dover acquistare, vestiti, suppellettili, piccoli elettrodomestici, il corredo per i neonati, i giochi per i bambini, i libri, gli zaini, gli astucci”, precisa la volontaria.

Una realtà che qualifica, si diceva, le politiche ambientali locali, ma ha anche uno spessore culturale potente: puntando tutto su scambio, dono e reciprocità, ha insegnato che nella società del consumo compulsivo l’economia non gira solo intorno al denaro. Anche per questo l’associazione lancia l’appello alle amministrazioni che vogliano avviare una Cianfrusoteca: “è un bene comune, un progetto che può camminare anche sulle gambe degli altri. Noi siamo disposti – conclude Tonia De Vincentis – a trasferire le nostre competenze, a dare ad altri il nostro Know how, le nostre idee”. Intanto, anche mercoledì 26 settembre, dalle 17 alle 19.30, chi vorrà potrà andare ad “adottare” un oggetto, per evitare che diventi rifiuto, ma anche per garantire a questo processo di avere un futuro.

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