LECCE – Stralci del messaggio ai leccesi che l’arcivescovo, mons. Seccia, ha voluto lanciare dalla cassa armonica in Piazza S. Oronzo:
“Sono davvero felice di essere qui, ormai leccese come voi, per camminare insieme ed essere, come mi sono promesso, “collaboratore della vostra gioia”! Oggi, come comunità religiosa e cittadina, ci stringiamo attorno a coloro che se la tradizione ci tramandacome “patroni”, la liturgiaci presenta come “amici e modelli di vita”: Oronzo, Giusto e Fortunato.
Allora, come comunità in festa stasera –domandiamoci innanzitutto: Qual è il volto della nostra città? Lecce, cuore del Salento, quale è il tuo volto? È il volto apparentemente bellodi chi si mostra a tutti
i costi “al top” per paura di perdere qualche “like”,o il volto realmente bello che racconta di una Lecce fatta di accoglienza, di inclusione, di integrazione delle diversità, di cordialità, di rispetto per l’ambiente, di amore per il bene comune e per il bene gli uni degli altri?
La nostra città è bella certamente oggivestita a festa, è bella per i ricami dei suoi palazzi, per levie dellamovida, è bella per i musei e per le chiese che abbiamo voluto aperte perché il fascino della loro arte risvegli nei cuori più sensibili il fascino di Dio e della fede.Ma Lecce non è solo questo! Lecce non è solo lo scatto di una fotografia o il ricordo
di una cartolina. Lecce è molto di più,ed è sempre bella anche laddove nessuno scatterebbe mai una foto, perché racconterebbe
fotogrammi di una quotidianità vissuta e spesso silenziata dal chiasso delle nostre passeggiate.Lecce è bella, cari amici,anche e soprattutto nelle periferie, nelle case di chi è solo, anziano, abbandonato, nelle
case di chi lotta per qualche malattia, nelle case di quelle famiglie che vivono un momento di crisi, nelle case di chi ha perso il lavoro e non arriva a fine mese, nelle case dei giovani universitari che sognano il loro futuro, nelle case degli immigrati,nelle stanze di quanti la salute costringe a stare in ospedale, nelle celle dei carcerati che hanno desiderio di ricominciare… in ogni angolo abitato da
situazioni di dolore che forse, per pudore o per nostra manchevolezza, conosce solo Dio. Il volto di Lecce diventa bello quando diventa più
umano, quando lo si guarda in faccia e lo si scopre in quella verità che non fa rumore, ma che –presente e operante –racconta di un popolo generoso e caritatevole.Come sarebbe bello se le piazze della nostra città, da tutti considerate musei a cielo aperto, si riappropriassero
della loro reale identità: essere agorà, luoghi di incontro e di
scambio in cui condividere la vita e crescere insieme. Quanto sarebbe
bello!… e certamente saremmo una comunità molto più giusta, onesta e coerente, perché capiremmo che i problemi si risolvono non alzando muri, ma costruendo ponti di dialogo indistruttibili perché radicati
nella Verità! Se le polemiche che spesso ci vedono schierati in prima persona sui social cedessero il posto al confronto personale e
diretto, ogni situazionetroverebbe vie di soluzionipiù facili e vere. Quanto sarebbe tutto più semplice se solo capissimo che per essere felici non serve molto: con il carattere accogliente di cui gode il popolo salentino, promuovere una politica della prossimità e del dialogo renderebbe Lecce la capitale della fraternità!
Insieme ce la possiamo fare!
Cari fratelli e sorelle, santi possiamo esserlo tutti!
Oronzo, Giusto e Fortunato,
Lecce che oggi vi onora, dal profondo del cuore vi prega: fate che possiamo tornare a scorgere frammenti di bellezza nel volto umano, per raccontare un domani ai nostri figli quanto abbiamo lottato e faticato per consegnare loro un mondo migliore!”