Cronaca

Torna l’incubo “sfida della balena blu”, trovata ragazza con tagli alle braccia

LATIANO – La segnalazione è arrivata ai carabinieri con la telefonata di una donna: a Latiano, per strada, c’era una ragazza piena di ferite alle braccia. E torna l’incubo “Blue Whale Challenge”, la sfida della balena blu, il macabro gioco al massacro da condividere in rete. Sul posto i carabinieri hanno identificato una ragazza poco più che 20enne, originaria della provincia di Gorizia, seduta sul marciapiede. Aveva tagli al braccio sinistro ed era in stato confusionale. Attivata un’ambulanza e trasportata la giovane al Pronto Soccorso, è stata dimessa con la diagnosi di “postumi di lesioni autoinflitte”.

I Carabinieri hanno ricostruito gli ultimi giorni della giovane trascorsi in provincia di Brindisi e hanno accertato che, attraverso i social, ha conosciuto una persona più grande di lei che l’ha invitata ospitandola in un B&B. Poiché la ragazza dopo qualche giorno di permanenza ha programmato di tornare in Friuli, presa dallo sconforto per aver perso un treno, si è praticata dei tagli sull’avanbraccio sinistro. E poi ha detto che, da qualche giorno, sta partecipando al “social media game” “Blue whale challenge”, ha raccontato regole del “gioco”, e che ogni gesto che compie lo pubblica sui social mediante una chat dedicata. In sostanza la ragazza col gesto autolesionistico praticato, ha attuato la regola numero 3 che prevede, appunto, dei tagli sul braccio. E poi ha mandato le foto ad un’amica su WhatsApp.

A seguito della vicenda i Carabinieri di Latiano hanno denunciato in stato di libertà un 24enne del luogo per il reato di favoreggiamento personale nei confronti di soggetti da identificare responsabili di “istigazione al suicidio”. Il 24enne conosce la ragazza da tempo, l’ha ospitata ed è al corrente delle regole del “gioco”. Dal suo racconto sono emerse alcune incongruenze e non ha rivelato che la giovane si era autoinflitta i tagli alle braccia.

La “sfida della balena blu” è un “gioco” venuto alla ribalta nel 2016. È una sorta di tela ordita nei confronti del malcapitato o della malcapitata di turno. Un soggetto denominato “curatore”, attraverso i social prospetta ai partecipanti, per lo più giovani, una serie di prove, la condizione per partecipare è tenere all’oscuro di tutto i genitori. Le prove consistono nell’adempiere a 50 precetti di natura autolesionistica, uno al giorno, sempre più articolati in un crescendo fino al suicidio che rappresenta l’ultima regola la 50esima. Al cosiddetto “curatore o tutor” devono essere giornalmente fornite le prove che confermano l’esecuzione delle regole e che consistono in video, foto e testimonianze. Il nome è evocativo delle balene spiaggiate che vanno incontro alla morte. Essi sono gli unici animali che si suicidano senza una ragione.

Ora la ragazza è ripartita, ha raggiunto i genitori in Friuli Venezia Giulia.

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