Cronaca

Omicidio a Melissano, scena muta dei due presunti killer. In silenzio anche altri sei

MELISSANO-  Scena muta dei due presunti killer di Francesco Fasano davanti al gip Carlo Cazzella. Durante l’interrogatorio di convalida del fermo, in mattinata, né Daniele Manni, 39 anni di Casarano, né Angelo Rizzo, 23 anni di Melissano, hanno proferito parola, scegliendo, dunque, la strada del silenzio dinanzi alle accuse pesanti di omicidio volontario aggravato da futili e abietti motivi. Il delitto del 22enne di Melissano è avvenuto il 25 luglio scorso. Oltre che di questo, Manni risponde, inoltre, del duplice tentato omicidio dello stesso Fasano e di Pietro Bevilacqua, 32enne di Casarano, a seguito dell’agguato a colpi di pistola nella notte tra il 18 e il 19 luglio.

Né confessione né spontanee dichiarazioni, dunque, sono state rilasciate dai due. In silenzio anche sei degli altri otto uomini fermati con l’accusa di organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di ingenti quantità di droga nella zona. Ad avvalersi della facoltà di non rispondere sono stati Pietro Bevilacqua; Luciano Manni e il figlio Maicol Andrea, rispettivamente padre e fratello di uno dei presunti killer; Biagio Manni; Luca Piscopiello; Luca Rimo.

Antonio Librando, 52 anni, di Melissano, e Gianni Vantaggiato, 47 anni, residente in provincia di Asti, invece, hanno rigettato le accuse: il primo ha spiegato di lavorare per tutto il giorno essendo in libertà vigilata; il secondo ha dichiarato di lavorare ad Asti e di trovarsi nel Salento solo da qualche giorno perché in ferie ma di essere fuori da qualunque giro.

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