LECCE – Sono queste le uniche parole che la Ministra per il Sud Barbara Lezzi ha speso in tema gasdotto Tap: “Su questo non rispondo -ha detto- ci sono troppe strumentalizzazioni senza sapere di cosa si parla”. Poi, con il figlio in braccio di 2 anni e mezzo, ha abbandonato lo Studium 2000 a bordo della sua auto. Nella sede universitaria poco distante dal Monastero degli Olivetani Lezzi in mattinata era invitata ad un confronto in tema precariato.
Ad accoglierla, intorno alle 10.30, anche un gruppo di manifestanti No Tap. Primo ostacolo all’ingresso, quando la Ministra non è ancora sul posto e lo Studium è letteralmente blindato dagli agenti di Polizia. Ingresso vietato.
Una volta dentro loro, i manifestanti, seduti in platea in silenzio hanno atteso la fine del suo intervento. Al momento di andare via, però, striscioni in alto e con amara ironia le hanno rivolto le più sentite congratulazioni “per l’incoerenza dimostrata”.
“Prima di essere eletta, Barbara, eri al nostro fianco -le hanno detto seguendola fino al suo ingresso in auto- oggi questa battaglia non ti appartiene più. Eppure quando non eri nessuno e venivi qui a raccontarci i tuoi obiettivi, le tue promesse, noi non ti abbiamo accolta così”.
“Per Tap esiste un trattato internazionale –aveva detto la Ministra agli inizi di luglio– lo preciso a beneficio di coloro che, per svariate ragioni, non conoscono esattamente gli impegni assunti dalla maggioranza in Senato nel 2013 e alla Camera nel 2014″. Parole queste che hanno scatenato la delusione e l’indignazione di chi in quelle promesse fatte in campagna elettorale in vista del 4 marzo ci aveva creduto. “In 15 giorni di Governo noi il gasdotto lo blocchiamo” aveva detto Di Battista a San Foca. Un cavallo di battaglia che oggi per il Movimento diventa un tabù.
Nessuna risposta a domanda diretta, poi la fuga.
