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Gasdotto Tap, Mattarella in Azerbaijan: “Portarlo a termine è l’impegno comune”

BAKU – Il gasdotto Tap? “L’impegno comune è quello di portarlo a termine”. L’ultima parola, in ordine di tempo, sull’opera che da progetto approderà a San Foca di Melendugno, la pronuncia il capo dello Stato, Sergio Mattarella, dall’Azerbaijan.

Nella seconda tappa del suo viaggio istituzionale nel Caucaso, il presidente della Repubblica, è entrato nell’argomento. “C’è il comune impegno a portare a compimento il corridoio meridionale” – ha detto al termine del colloquio con il presidente azero Iiham Alieyev. “Abbiamo parlato in maniera approfondita – ha spiegato ancora Mattarella – del nostro partenariato in materia commerciale che poggia su basi solidissime, soprattutto in campo energetico, nell’ambito del quale alcune importanti aziende italiane si sono conquistate qui un grande consenso e una ottima reputazione”. “In questa cornice – ha sottolineato il capo dello Stato – si inserisce il comune impegno a portare a termine il corridoio meridionale del gas, una infrastruttura che è parte di un quadro più ampio e contribuisce a una maggiore sicurezza energetica e a una più ampia stabilità nella cooperazione regionale dal Mar Caspio, al Mediterraneo e all’Europa”.

“Il progetto Tap serve“, ha chiuso il presidente dell’Azerbaijan, spiegando che sono già stati investiti, sino ad ora, 40 milioni di dollari.

Nei giorni scorsi il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, pur frenando rispetto al passato, aveva espresso l’intenzione del governo centrale di riunire il comitato di conciliazione per capire se, nonostante l’accordo internazionale, ci sia la possibilità per valutare una marcia indietro dell’Italia. Ma due settimane fa, la Bers (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo) con il voto favorevole dell’Italia, ha deciso di concedere un maxi finanziamento da 500 milioni di euro al gasdotto. 

Immediata la reazione del Movimento No Tap: “Questo Governo può fermare TAP? La risposta sarebbe una sola: SI! Ma, a quanto pare-  scrivono -, gli interessi che ruotano attorno a questa giga-opera vanno ben oltre la semplice costruzione di un gasdotto. Tra una ricerca e un’altra, è spuntata fuori una fantomatica “Associazione Interparlamentare Amici dell’Azerbaijan”, che dal 2015 si occupa di “intrattenere” rapporti governativi con lo stato caucasico, in una sorta di “gemellaggio tra nazioni”. E chi è il Presidente di questa associazione? Sergio Divina, ex senatore della Lega Nord ed ex membro della Delegazione italiana all’OSCE, colui che balzò agli onori della cronaca dichiarando “Un figlio gay è una disgrazia”. E il Segretario di questa associazione? L’ex senatore Roberto Mura, anch’egli facente parte del gruppo parlamentare della Lega nella XVI legislatura e oggi ancora nelle fila del partito.
In uno dei primi incontri intergovernativi tra questa associazione e l’Azerbaijan, tenutosi a Palazzo Madama il 25 Aprile 2015, il gruppo dichiarò, con un comunicato, che “con l’esecuzione del TAP si metterà al sicuro il nostro Paese da mancate forniture nordafricane” e che “il gas azero potrà arrivare in Italia solo se non verranno impediti i lavori nel leccese, dove i movimenti ambientalisti si stanno opponendo alla realizzazione del punto di consegna in località San Foca”. La delegazione parlamentare italiana era composta,  tra gli altri, da Erika Stefani, attuale Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie del Governo Conte. Diviene più facile – concludono – una volta seduti sulla poltrona, trattare con gli “Amici dell’Azerbaijan” anziché dare risposte a un popolo”.

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