Cronaca

Così l’operazione “Contatto” smembrò il clan e accese un faro sui rapporti con la politica

SOGLIANO CAVOUR – All’alba del 5 settembre 2017 i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce diedero esecuzione a 37 provvedimenti cautelari di cui 20 in carcere e 17 arresti domiciliari, per altrettanti indagati a vario titolo per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi, ricettazione, rapina. I militari evidenziarono la capacità del clan di influenzare e talvolta corrompere pubblici amministratori.

Era l’operazione denominata “Contatto”, che traeva origine dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Maglie.

Sulla scorta dell’operazione, lo scorso ottobre nel municipio di Sogliano Cavour si è insediata la Commissione di accesso agli atti, la cui relazione ha, alla fine, portato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

Durante l’operazione che smembrò il clan Coluccia, scattò infatti una misura cautelare anche nei confronti di Luciano Biagio Magnolo, vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune di Sogliano Cavour fino alle soglie dell’estate, quando fece un passo indietro diventando consigliere comunale. Per lui furono disposti gli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo le indagini, il sodalizio criminale avrebbe trovato in lui una sponda in municipio: l’amministratore avrebbe favorito affiliati e loro parenti. Secondo gli inquirenti, in barba ai regolamenti comunali, avrebbe pilotato le assegnazioni di sovvenzioni di tipo sociale verso alcuni soggetti che gravitavano attorno al clan per il sostentamento dei capi detenuti e lo avrebbe fatto sfruttando il suo ruolo; avrebbe promesso posti di lavoro ai sodali dell’organizzazione, per consentire loro di ottenere benefici, come il passaggio dal carcere ai domiciliari o l’assegnazione di permessi di lavoro per chi era agli arresti. Lo avrebbe fatto impegnandosi in prima persona, come nel caso segnalato in cui avrebbe contrattato l’assunzione di Carmela Magnolo, madre del referente di spicco del gruppo, Vincenzo Antonio Cianci, presso una cooperativa.

20 giorni fa, in sede di udienza preliminare, Magnoli è stato uno dei pochi indagati a non richiedere di essere giudicato con rito abbreviato.

Il Comune di Sogliano Cavour è il terzo sciolto nella provincia, dopo quello di Parabita per il quale erano state evidenziate nelle indagini infiltrazioni a seguito dell’indagine “Coltura” del ROS di Lecce, per presunte connivenze con il clan Giannelli, e poi il Comune di Surbo, sempre a seguito di un’indagine dell’Arma, denominata “Pugnae”, secondo cui la pubblica amministrazione sarebbe stata condizionata da soggetti contigui alla criminalità organizzata.

 

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