FRIGOLE- Per avere davvero un’idea di cosa sia il bacino di Acquatina di Frigole si dovrebbe cambiare il punto di vista, guardarlo dall’alto: un luogo unico, con il suo lago salato, il verde, le strutture per la pescacoltura ormai arrugginite. Le immagini esclusive che abbiamo girato col drone fanno capire quanto tempo si è perso finora per questo bene prezioso, scivolato nel dimenticatoio pubblico per troppi anni. Solo negli ultimi mesi si è tornati a ragionare sulle sue potenzialità grazie anche alla funzione di pungolo che ha avuto la cittadinanza di Frigole. Un impegno racchiuso nel libro “Comunità e sviluppo, l’Acquatina di Frigole tra storia e ambiente”.
Il volume è stato scritto a quattro mani da don Raffaele Bruno, parroco del borgo, e Mario Spedicato, docente dell’UniSalento, ed è stato presentato nel pomeriggio di mercoledì nei giardini davanti alla chiesa di Santa Maria Goretti.
“E’ il tentativo di far amare questo territorio, bello ma dimenticato” e lo sforzo della parrocchia, coniugato a quello della pubblica amministrazione, è di “provare a garantire la ripresa non solo nel senso di uno sviluppo economico ma di vita di comunità di cui c’è tanto bisogno”, ha spiegato don Raffaele.
Due giorni fa il Comune di Lecce ha presentato i progetti con cui si è candidato al bando regionale per riqualificare Frigole. “Bisogna farsi guidare dalla bellezza dei sogni di chi vive in periferia”, ha detto durante la presentazione il sindaco Carlo Salvemini. E da lì nasce nuovo futuro.
