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900 euro per visionare 3 dvd con la “prova regina”. I difensori: “è anticostituzionale”

LECCE – Può la semplice visione di una prova nel corso di un procedimento penale costare ben 900 euro? Tanto dovrebbe pagare l’imputato per permettere ai suoi avvocati di analizzare filmati di pochi secondi che costituirebbero la “prova regina” del reato. È quello che sta accadendo in un processo in corso a Lecce e che vede imputato un 45enne di Squinzano accusato di un’ estorsione ai danni del titolare di una nota concessionaria di Lecce avvenuta nel luglio 2015. L’uomo avrebbe costretto, sotto minaccia, la vittima a concedergli il noleggio di una Mercedes. La frase usata per convincerlo sarebbe stata: “Se non mi dai l’auto ritorno armato”.

Una frase che sarebbe stata registrata in un video ripreso dalle telecamere a circuito chiuso dell’azienda e che, naturalmente, è finito agli atti dell’inchiesta e quindi nella cancelleria, a disposizione delle parti. Dovrebbe essere così, ma tutto si complica nel momento in cui i legali difensori, gli avvocati Paolo Spalluto e Giuseppe Martino , per poterlo visionare sono costretti a pagare a titolo di diritti di copia 295,16 euro per ognuno dei DVD nel quale ci sono, dicevamo, pochi secondi di filmato: in tutto 900 euro.

Un vero e proprio paradosso: i dvd sono 3 e ognuno contiene pochi secondi di video, quando uno solo potrebbe contenere filmati di ore. Inoltre, si sa che un dvd vuoto costa poco più di 1 euro e che qualsiasi filmato potrebbe essere trasferito, ad esempio, su una chiavetta usb. Un costo quindi ritenuto incredibilmente abnorme e scisso da qualunque rapporto con la realtà.

Una richiesta esorbitante , che pesa non poco sulle tasche dell’imputato, e che, oltre ad essere un paradosso, lede quello che è il diritto, sancito dalla Costituzione: il diritto alla difesa. Per questo il caso potrebbe finire davanti alla Corte Costizionale. Perché nell’udienza preliminare che si è tenuta davanti al gup Brancato, i difensori hanno sollevato “l’eccezione incidentale di incostituzionalità”.

Il giudice si è riservato di decidere sulla proposta e rinviato il processo al 18.10.18.

Intanto un risultato è stato ottenuto. Il giudice, accogliendo le deduzioni difensive alle quali si è adeguato anche il parere della P.M. Maria Rosaria Micucci, ha disposto che ad onere e cura della Polizia giudiziaria che eseguì le indagini siano convertiti i file audio-video in formato visionabile da tutte le parti processuali.

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