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Prima ordinanza contro l’obbligo di pesticidi: Nardo’ apre la battaglia dei sindaci

NARDÒ – La città di Nardò batte tutti sul tempo: senza indugio, il sindaco Pippi Mellone ha firmato la prima ordinanza contro l’obbligo di utilizzo di pesticidi imposto dal decreto Martina su Xylella. Prevista anche una “contromulta” da 500 euro a chi trasgredisce.

È il primo atto concreto di un’amministrazione dopo i pesanti documenti di Isde, Lilt Lecce e Ordine dei medici sui possibili rischi per la salute derivanti dall’uso massiccio dei fitofarmaci. Mentre si preparano i ricorsi al TAR e viaggia a gonfie vele la campagna di disobbedienza sposata da circa 150 associazioni e aziende, la prima ordinanza sindacale diventa possibile “scudo” sul territorio. E d’altronde, come anticipato da Telerama,  è uno degli strumenti nelle mani dei sindaci.

L’Ordinanza contingibile e urgente è disposta “per motivi di igiene e sanità pubblica” e ricorda che il “decreto obbliga all’uso di erbicidi come il glifosato, rispetto ai quali, a più riprese e da fonti autorevoli sono stati denunciati i gravi rischi per la salute umana, oppure all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in via preferenziale l’acetamiprid, sbilanciando, di fatto, la scelta verso sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretine, olio essenziale di arancio dolce), approvate in agricoltura biologica e a basso impatto. In particolare, l’acetamipirid è neurotossico e può avere conseguenze biologiche negative su fegato, reni, tiroide, testicoli e sistema immunitario, mentre i neonicotinoidi sono associati ad alterazioni dello sviluppo come tetralogia di Fallot, anencefalia, disturbi dello spettro acustico, alterazioni motorie e, inoltre, a effetti devastanti per le api e di conseguenza per la biodiversità e la sicurezza alimentare”.

“Com’è noto, queste sostanze – spiega il sindaco Pippi Mellone – possono rimanere nel suolo e nelle falde acquifere per lungo tempo e possono accumularsi nelle piante, comprese quelle a destinazione alimentare umana e animale. Non possono essere imposte per legge. Attenderemo le disposizioni dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, cui il decreto demanda la decisione sulle modalità operative sui singoli territori, ma nel frattempo vogliamo eliminare ogni rischio e agire tempestivamente a tutela dell’ambiente e della salute. Non è una questione di disobbedienza, ma semplicemente un atto di difesa ragionevole del territorio. C’è molta agitazione tra gli agricoltori, soprattutto chi ha scelto di investire sul biologico, tra gli operatori del turismo, che temono un danno d’immagine, tra i cittadini, che hanno paura del cibo contaminato. Capisco perfettamente che in gioco c’è la sopravvivenza dei nostri ulivi e delle altre piante a rischio, ma non è pensabile che per questo si obblighi all’uso scriteriato dei pesticidi, con rischi altissimi per l’equilibrio ambientale”.

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