LECCE – Dai 18 ai 20 euro a persona per un menù che non avrà il profumo del mare ma che certamente piace alle tasche. L’opzione pranzo comodamente servito in tavola, ma restando lontano dai fornelli, decolla. Sarà l’effetto della crisi ma il dato è chiaro: ad aprile e maggio, mesi di fuoco tra cresime e comunioni, il picco di prenotazioni nelle gastronomie d’asporto la dice lunga. Il binomio comodità-risparmio si fa strada. Con soli 5 euro in più, ossia 25 a persona, il classico antipasto con pietanze tipiche locali si arricchisce di insalata di mare e carpacci e persino un primo in più allo scoglio.
Al secondo posto, per convenienza e numero d prenotazioni, le trattorie: con 30 euro a persona, bevande incluse, si può godere di un antipasto misto mare e terra e poi un primo casareccio, una grigliata di carne con contorno e la frutta. Con 35 euro in media, invece, si aggiunge un primo a base di mare e alla carne si sostituisce un buon filetto di pesce in crosta di patate o con succulente vellutate e originali contrasti agrodolci.
Più di nicchia, invece, la festa in masseria: una deliziosa location per occasioni uniche come queste ha il suo prezzo. In media non meno di 40 euro a persona. In sostanza se a sedere al tavolo si è in 20, il costo del pranzo può arrivare fino a mille euro e anche di più. Flute di benvenuto, stuzzicherie, antipasto a centrotavola e poi due assaggi di primi e un secondo, frutta e bevande sempre incluse.
E se è vero che per le occasioni uniche non si bada a spese, è pur vero che il compromesso esiste e i salentini sembrano sempre più propensi a optare per quest’ultimo.