LECCE – Criminalità organizzata, microcriminalità, ma soprattutto ordine pubblico. Con il passare del tempo il solco che si è venuto a creare tra la Polizia di Stato e il movimento No Tap è diventato sempre più profondo.
Uno scontro tra le forze militanti che si oppongono alla realizzazione del gasdotto e gli agenti che si inasprisce nei toni e nei modi. All’alba di lunedi l’ultima puntata in ordine di tempo: da una parte video e foto di attivisti feriti a manganellate nei pressi del cantiere Tap a Melendugno dopo una carica della polizia, dall’altra la versione della Questura di Lecce che in un video mostra come, al contrario, la violenza dei manifestanti si sia riversata contro un carabiniere atterrato con un forte calcio.
Una spina nel fianco sicuramente nella normale attività sul territorio da parte della polizia. Ma il Questore non vuole parlare di scontri o di avversari da combattere. “Noi -dice- abbiamo solo il dovere di tutelare la legge”.
E sul fronte uomini e sicurezza, ci tiene a dire: “l’impegno nei servizi di ordine pubblico è stato affrontato in questi ultimi dodici mesi senza distogliere alcun uomo dal controllo del territorio e dal contrasto al crimine poiché il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha supportato e continua a supportare la Questura con l’invio di aliquote necessarie e sufficienti a far fronte alle maggiori esigenze”.