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Pasquetta serviti al tavolo? Fino a 40 euro. Per il pic nic è corsa alle gastronomie

SALENTO –  Ai giovani le lunghe file in salumeria, alle famiglie la corsa alla prenotazione del tavolo. Pasquetta è il giorno del pranzo fuori porta per eccellenza: che sia in pineta, vista mare o al ristorante poco importa. La tradizione deve essere onorata. La differenza è tutta nelle tasche e i leccesi non hanno badato a spese: titolari e gestori di masserie, ristoranti e agriturismi parlano di sold out e prenotazioni con lungo anticipo.

Per un pranzo in agriturismo il budget oscilla in media tra i 25 e i 30 euro, bevande incluse. Tra gli antipasti, immancabili la pitta di patate e la parmigiana, così come l’orzo perlato alla contadina o alla marinara, frittini, salumi e formaggi. Primo unico o a scelta tra mare e terra, secondo categoricamente a base di carne con contorno di patate e per finire frutta e dolce. Per pranzare invece in ristoranti-pizzerie sono stati spesi in media 25 euro (sempre bevande incluse): anche qui un antipasto con prelibatezze tutte locali come la taieddhra, le pittule e varie tipologie di focaccia. E ancora: un assaggio di primo ai frutti di mare e uno ai sapori della terra, un secondo a base di carne con contorno di patate e poi il dolce della casa. La pasquetta in masseria è quella un tantino più costosa: 40 euro in media a persona per assaporare originali rivisitazioni delle pietanze tipiche locali. Dalla tartarre di ricciola alla millefoglie di baccalà ai fiori di zucca farciti di burrata per antipasto. E poi primi a base di stracciatalla e vellutata ai frutti di mare, secondi come branzino su battuto di pomodori e cozze. Infine, immancabile, il dolce della casa con originali accostamenti di cioccolato e frutti rossi.

Chi però al pic nic proprio non ha voluto rinunciare è corso in gastronomia. Le prenotazioni parlano chiaro. Anche qui, infatti, per una spesa dai 10 ai 18 euro a persona le richieste sono state tantissime. Focacce, frittini, riso venere e pasta fredda, schiacciatine e polpettone: insomma lontano dai fornelli ma non a discapito della gioia del palato.

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