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Città divisa sui 34 anni senza Renata Fonte. La figlia: “simbolo di lotta civile”

NARDO’- Ciò che resta è quello che conta davvero. E di Renata Fonte restano l’esempio, la dedizione assoluta al territorio e anche il coraggio di combattere battaglie giuste. È anche ciò che consente di guardare un po’ più in là rispetto alle divisioni che hanno segnato la politica di Nardò in questa giornata, che doveva servire solo a rafforzare il ricordo di chi 34 anni fa è stata assassinata per aver difeso la costa neretina dall’assalto del cemento.

La cerimonia in suo onore si è svolta alle 9.30 nel cimitero comunale, con la deposizione di una corona sul monumento eretto in suo ricordo. E le parole di Viviana, figlia della consigliera uccisa nel 1984 sono piene di significato: “quello che ci ha lasciato è talmente grande, è l’eco di una voce simbolo di battaglie civili e che dovrebbe unire”.

Poco dopo anche la cerimonia organizzata dall’ex sindaco Marcello Risi, dedicata a Renata Fonte ma anche al partigiano 23enne Giuseppe Carrino, in una data comune ad entrambi. A questa hanno partecipato anche associazioni e partiti di centrosinistra. Una lacerazione per la città, al di là degli appelli istituzionali all’unità.

Disagio e imbarazzo, almeno per quest’anno. Ma ciò che conta davvero, appunto, è solo quello che resta, la voce di Renata.

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