LECCE – Fu un esponente del Pd, il già consigliere provinciale Siciliano, a denunciare che alcuni membri del partito democratico, nelle scorse elezioni politiche, avrebbero votato al Senato per la Lega come a sancire un’ipotesi futura di stabilità amministrativa. Poi i buoni rapporti tra il governatore ed il movimento civico del sindaco Mellone in alleanza con il vice sindaco di Lecce Alessandro Delli Noci e dopo la spallata del capogruppo Finamore sino a poche ore fa certo che il Sindaco Salvemini dovesse chiudere l’accordo direttamente con il leader Roberto Marti.
Successivamente l’intervista del primo cittadino a Telerama: “se accordo ci sarà lo sottoscriverò unicamente con i consiglieri”, ed in poche ore, 3 su 4 di questi, mollano la civica leghista e creano Prima Lecce. Regista dell’operazione il Governatore ed il Pd con un formale disaccordo di Marti? Interrogativi che devono esser ipotizzati anche per un’ulteriore coincidenza: il Patto sui 10 punti potrebbe scadere nel 2020, anno in cui, ci saranno le elezioni regionali e lo stesso Emiliano potrebbe volere, dalla sua, una gestione del centrosinistra nel capoluogo di città. Tutto lecito per garantire il bene comune ma se qualcuno pensa che i tre siano una stampella a Salvemini contro l’ira del centrodestra probabilmente si sbaglierebbe. Se da una parte i duri e puri dell’opposizione, della fu anatra zoppa, si indignano, dall’altra molti di quelli che manifesteranno sdegno staranno, invece, festeggiando la permanenza nel palazzo ed il rinvio di una campagna elettorale che avrebbe potuto, un anno prima, togliere la seggiola sino al 2020 ad ora garantita.
