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Lilt, dai monitoraggi l’allarme: anche nelle “aree verdi” terreni contaminati

LECCE – La prima brutta sorpresa della ricerca GENEO condotta dalla LILT di Lecce è stata proprio questa:  le 9 aree selezionate (ossia 32 comuni salentini) oggetto di indagini e monitoraggi dei suoli ne comprendevano 2 a basso rischio epidemiologico, ossia dove l’incidenza dei tumori (considerati anche i fattori ambientali) è risultata negli anni contenuta. Zone apparentemente “franche” e tecnicamente definite “verdi”, sottovalutate e che hanno riservato il vero agghiacciante colpo di scena: anche in quei terreni (dei comuni di Porto Cesareo, Leverano, Miggiano e Montesano) la presenza di contaminanti nei suoli è risultata significativa. A far drizzare le antenne, nello specifico, la concentrazione di Arsenico, Berillio e Vanadio.

L’analisi delle diverse diossine, pur rivelando valori ampiamente nei limiti di legge, sembrano svelare possibili sorgenti di contaminazione fino ad ora mai prese in considerazione, meritevoli di approfondimenti. Non rincuorano neanche i test di biotossicità, e in particolare genotossicità dei suoli, che hanno rivelato in alcune aree (come Giuggianello, Cutrofiano e Botrugno) una possibile correlazione tra inquinamento ambientale e situazione epidemiologica della popolazione.

I processi di cancerogenesi, rimarca Lilt, sono lunghi: gli effetti di quanto emerso dai monitoraggi saranno visibili tra 10 o magari 20 anni. In un Salento, da un punto di vista della salute pubblica già compromesso, quello che si teme è un ulteriore aggravarsi della situazione.

A questo si aggiunge un altro dato: mentre la mortalità per tumore alla vescica e al polmone negli uomini ha registrato un calo, cresce in modo drammatico invece la mortalità per cancro in generale. In particolare per quello al seno, sopratttto nelle giovani donne.

L’appello della Lega Italiana per la lotta ai tumori è ad intensificare e dunque effettuare periodicamente monitoraggi e predisporre i doverosi interventi tecnici e politici per risalire alle sorgenti dell’inquinamento dei suoli riscontrato. Il report finale del progetto GENEO dunque è solo un punto dal quale ripartire. Adesso la corsa contro il tempo, rimarca LILT, è la sfida più dura da affrontare.

E.Fio

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