Politica

F.I., Mazzotta a Vitali: “dimettiti”. Lui: “questa è la tua strada o nomino un commissario”

LECCE – È un fiume in piena Paride Mazzotta e la sua analisi post voto arriva dritta al dunque: “chi ha sbagliato deve dimettersi”. È l’invito che il coordinatore provinciale degli azzuri rivolge a quello regionale Luigi Vitali. Le motivazioni secondo Mazzotta sono maturate nel tempo: “ha sempre scaricato su altri il proprio fallimento politico -scrive Mazzotta- ha commesso errori macroscopici nella compilazione delle liste a cui ha proceduto in mdo univoco, senza ascoltare i territori e le rispettive istanze per poi trasporle in opportune candidature”. E poi ancora “non ha mantenuto la promessa di dimettersi se il partito in Puglia non avesse raggiunto il 20% dei consensi come di fatto è stato. E così Forza Italia ha perso per colpa sua, lui stesso è stato sconfitto in casa propria”.

“Piccolo dittatore e padre padrone” lo definisce ancora Mazzotta accusandolo di attaccamento morboso alla poltrona confermato da tutte quelle volte in cui ha promesso “di appendere le scarpe al chiodo, salvo poi riallacciarle per una nuova corsa”. Il segretario provinciale denuncia infine il tentativo esercitato da Vitali di metterlo all’angolo attraverso inviti mancati a conferenze e incontri pubblici, “metodi dittatoriali -conclude- che non sono bastati ad intimorirmi, come la minaccia di revocarmi l’incarico di coordinatore provinciale”.

“Non rispondo ad un giovanotto che scrive meglio di come parla -replica Vitaliuna cosa però è certa: la sua permanenza nella segreteria provinciale di Lecce è incompatibile con la mia. O va via lui o vado via io, ma è più probabile che vada via lui oppure Lecce sarà commissariata!“. Secondo il coordinatore regionale a monte di tanto astio ci sarebbe la mancata candidatura del padre di Mazzotta, Giancarlo. “Non ho tempo da perdere con queste cose, io l’ho nominato ma se non concorda con la mia linea d’azione e di pensiero si può dimettere -aggiunge Vitali- è la regola. È assurdo, al contrario, chiedere le mie di dimissioni”.

Vitali rimarca che in un partito leaderistico come Forza Italia il coordinatore regionale si limiti a mettere in pratica le decisioni del partito. “Bisogna accettare queste dinamiche -conclude- nel 2013 anche io non sono stato candidato. Sono rimasto al mio posto, la politica non è un mestiere, è una passione. Qualcuno dovrebbe ricordarselo”.

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