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Atti annullati, ma il depuratore è quasi ultimato: residenti di Porto Cesareo in Procura

PORTO  CESAREO- Delle proteste degli anni ’90 resta una scritta eloquente sul muro e poi restano loro, ancora lì, i residenti di località Poggio e La Strea, a Porto Cesareo, e quelli al limite del confine con Nardò. Agguerriti più che mai, tanto da protocollare un nuovo esposto in Procura e invocare il sequestro. Aver avuto ragione di fronte a un tribunale al momento, infatti, non è servito a niente. Il Tar ha annullato nel 2010, esprimendosi 14 anni dopo il ricorso presentato dalle famiglie, tutti gli atti per la realizzazione dell’impianto di depurazione delle acque nere. Quella sentenza è stata appellata dal Comune e l’udienza dinanzi al Consiglio di Stato è fissata per il prossimo 22 marzo.

Nel frattempo, però, accade questo: i lavori vanno avanti a tamburo battente, anche di domenica e sotto la pioggia. Le immagini aeree, girate qualche settimana fa, testimoniano lo stato di avanzamento dell’opera. Il cantiere di Aqp, d’altronde ha avuto avvio il 15 giugno scorso e, come si legge dal cartello, l’ultimazione è prevista per il prossimo 19 luglio. Quando, probabilmente, la sentenza non sarà ancora stata pubblicata.

La signora Paola parla di “bluff”. La sentenza del 2010 di fatto ha bollato come “irrazionale” la scelta localizzativa dell’impianto, “scelta assai remota nel tempo, oggi non più realizzabile”. Aveva aggiunto, il Tar, che il Comune avrebbe dovuto prevedere una scelta alternativa, “attraverso adeguata istruttoria sul piano tecnico”, e solo a quel punto la “decisione potrà risultare immune da censure di irrazionalità”. È accaduto, invece, che nel 2012 il Pug di Porto Cesareo abbia cambiato la classificazione urbanistica di quella zona, passata da agricola a destinata a servizi tecnici.

Lo scenario di fatto, ora, è diventato questo: al limite della fascia di 100 metri (cartina verde) si hanno varie case coloniche; nella fascia di rispetto dei 300 metri ricadono ristoranti e abitazioni usate tutto l’anno e una masseria storica usata come struttura ricettiva di livello. Il signor Roberto ha un agriturismo proprio a 50 metri, ricadente al di qua, nel territorio di Nardò: “il Comune neretino ci ha aiutato all’inizio – dice – costituendosi ad adiuvandum, ma ora solo silenzio”.

La gran parte delle abitazioni intorno sono state condonate agli inizi degli anni ’90 ed le case coloniche della bonifica dell’Arneo esistono da molto prima, almeno dagli anni ’50. I residenti, inoltre, sono aumentati e non di poco negli ultimi anni. Ma i lavori procedono. Eppure, sulla zona vi è, inoltre, un vincolo paesaggistico e uno storico (segnato in rosa), dentro il quale ricade persino un pezzo del depuratore. L’impianto sorge poi dentro un canale di scolo naturale e sul confine con l’area a vincolo idrogeologico. Il Consiglio di Stato dovrà tenere conto anche di tutto questo.

 

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