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Combine Bari-Lecce: “nessuna attenuante per Semeraro e Quarta”. Risarciti 250 tifosi

LECCE- Nessuno sconto di pena, anzi. E 250 tifosi leccesi (180) e baresi (70) verranno risarciti con circa 400 euro a testa. A ciò si aggiunge il pagamento delle spese delle parti civili, per un ammontare di oltre 250mila euro. Il tutto per il danno morale subito dalla combine Bari-Lecce. Le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Bari sono state pubblicate nei giorni scorsi: a novembre – lo ricordiamo – era stata confermata la condanna in primo grado per Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce, e per l’imprenditore Carlo Quarta, ritenuti responsabili del reato di frode sportiva per avere offerto denaro al calciatore biancorosso Andrea Masiello. L’obiettivo, stando agli accertamenti dei giudici, era quello di alterare il risultato della partita Bari-Lecce del 15 maggio 2011.

Assoluzione, per non aver commesso il fatto, per Marcello Di Lorenzo, che in primo grado era stato condannato a 9 mesi.

Agli imputati condannati sono stati comminati i “limiti edittali di pena più elevati previsti”, “posto che il risultato della competizione Bari-Lecce del campionato di serie A 2010/2011 ha indubbiamente influito sullo svolgimento di concorsi prognostici o scommesse regolarmente esercitanti”.

La Corte ha ribadito, tra l’altro, che nessuna attenuante può essere concessa a Semeraro e Quarta “in ragione della gravità del fatto, dell’intensità del dolo che ha animato le condotte, del danno cagionato e dell’insussistenza di alcun elemento in loro favore valorizzabile”.

La conferma della sentenza, nei termini estremamente perentori con cui è stata motivata dalla Corte d’Appello, definisce una responsabilità molto chiara per un reato che ha provocato agli appassionati leccesi un danno gravissimo e irreparabile. Un danno – dicono gli avvocati Pinuccio Milli e Francesco Calabro, che hanno difeso 71 persone – che purtroppo rimarrà scolpito nella storia calcistica della città e che nessun risarcimento potrà mai effettivamente rimarginare”.

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