Cronaca

Ferrovie Sud Est, per la società si riaccendono le speranze di evitare il fallimento: BNL non ammessa al voto sul concordato

BARI – Il rinvio chiesto dalla Procura di Bari non è stato accettato ma il Tribunale fallimentare ha, comunque, scelto una via mediana, che non annulla le speranze di Ferrovie Sud Est di salvarvi dal baratro del fallimento. E la mediazione sta nel non aver ammesso al voto sul concordato preventivo la Bnl, banca che vanta nei confronti della società di trasporti un credito di 71 milioni di euro ma che è coinvolta nell’inchiesta degli inquirenti baresi.

Il pool di magistrati , infatti, ha depositato durante l’udienza, non solo le 409 pagine dell’informativa ma anche il decreto di perquisizione eseguito proprio nei confronti della Bnl. Di qui la scelta del Tribunale di non ammettere al voto la banca ma anche gli altri creditori coinvolti nell’inchiesta come Carlo Beltramelli e, quindi la Filben, e Angelo Schiano.

La questione non è di poco conto visto che la Procura intende dimostrare come una cinquantina di quei 230 milioni di euro di buco, frutto di condotte fraudolente, non va riscossa perché, appunto, maturata illecitamente con contratti ad personam, con affidamenti senza gara e con il pagamento di cifre gonfiate.

Dunque, nell’udienza tenuta dinnanzi al presidente del Tribunale Nicola Magaletti, sono stati ammessi e hanno votato la maggior parte degli altri creditori, quasi 3000 tra aziende e professionisti. Tra questi la Regione Puglia, rappresentata dal governatore che ha espresso parere favorevole al concordato. Una posizione che, per il presidente della Regione, permette di evitare il fallimento e, quindi, il tracollo dei collegamenti sugli oltre 400 km di tratta serviti da Sud Est, soprattutto nel Salento: “In questo modo – ha spiegato Emiliano – stiamo assicurando la continuità del servizio di trasporto, pur tra mille difficoltà derivanti dalle omissioni e dai reati del passato – ha precisato – e dei livelli occupazionali degli incolpevoli lavoratori dell’azienda”.

Bisognerà, però, attendere la prossima udienza, fissata per il 14 marzo, per proseguire le operazioni di voto e per sapere se la Bnl sarà estromessa del tutto dal voto. Fattore essenziale perché con il 38% dei voti detenuti, è l’ago nella bilancia per il futuro di Fse. Un voto contrario dell’istituto di credito sancirebbe il fallimento della società. La proposta di concordato che prevede il pagamento del 100% dei 152 milioni di euro vantati dai creditori privilegiati e il 51% dei 130 milioni ai creditori chirografi, non piace alla banca. Ma la rivalutazione dei crediti chiesta dalla Procura è altrettanto fondamentale, anche nell’ottica del risanamento della società.

“Il concordato preventivo in continuità – ha commentato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, proprietaria di Fse – potrà determinare il risanamento contabile della società. Inoltre – ha aggiunto – la procedura concordataria ha consentito e consentirà alle autorità competenti di accertare le cause che hanno determinato il dissesto economico e industriale di FSE e di perseguire le condotte dissipatorie della precedente gestione nonché – ha concluso – il recupero dei connessi crediti, diversamente destinati ad andare prescritti”.

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