Politica

Dopo le candidature scoppia la rivolta nel PD ed in FI

SALENTOUn documento inviato al Segretario Provinciale del PD, Ippazio Morciano, e per conoscenza a quello Nazionale, Matteo Renzi e al Segretario Regionale, Marco Lacarra, sottoscritto da 46 tra segretari ed amministratori del partito, tra i quali, non ultimo, il già capogruppo ed ex deputato leccese, Antonio Rotundo, in cui si esprime sconcerto e sgomento per quanto accaduto a Roma. “Il momento di formazione delle liste dovrebbe essere l’occasione per mettere in campo unitariamente le migliori energie e risorse del partito e dei territori, ed invece le scelte compiute (come la candidatura a capolista alla Camera di Francesco Boccia, del tutto estraneo al territorio salentino) vanno nella direzione opposta. I livelli locali – si legge ancora nel documento – sono completamente esautorati da qualsiasi funzione e ruolo. La discussione è stata nuovamente soffocata dal peso, asfissiante, dei giochi di corrente. Risulta incomprensibile la scelta di aver escluso dalle candidature i deputati salentini, con alle spalle una sola legislatura, dando così l’impressione all’elettorato di non voler difendere il lavoro prezioso svolto per il Salento in questi anni”.

Anche in Forza Italia aria tesa per la presenza in Puglia del noto, e discusso, Scilipoti nel listino foggiano così come baresi candidati nel Salento  ed altri candidati calati dall’alto senza alcuna remora per l’operato dei dirigenti territoriali. Ancora tutto da definire ma la struttura Forza Italia andrebbe ad imporre, senza una ratio anche per gli stessi protagonisti, al collegio plurinominale della Camera di Lecce Mauro D’Attis ed in quello di Bari la leccese Federica de Benedetto esponenti questi con probabile seguito se fossero indicati sui propri territori di riferimento. Presente nel listino plurinominale per la Camera di Lecce addirittura una ex 5 stelle, la tarantina Labriola ed i baresi Renzulli e Boccardi. Voce alta anche da parte delle decine di nuovi amministratori entrati in Forza Italia al seguito di Paolo Pagliaro indicato da Berlusconi e dallo stesso Vitali, anche a margine dei risultati in suo favore del sondaggio dell’istituto di Antonio Noto, come capolista nel plurinominale della Camera di Lecce e poi con un colpo di mano retrocesso al numero tre. Molte le ipotesi ed i cambi di rotta rispetto ad un territorio, quello leccese, che ha costruito un partito dopo la frattura, in occasione delle elezioni regionali, con l’europarlamentare Raffaele Fitto. Ancora 48 ore, dicono i forzisti salentini, per sperare in una presa di posizione energica del coordinatore regionale Vitali, garantito nel listino e candidato nel collegio senatoriale di Lecce, rispetto alle scelte fatte dal tavolo nazionale azzurro. Se il Pd insorge con i suoi 46 tra segretari ed amministratori anche in Forza Italia si sarebbe risvegliata la necessità di contestare quanto si tenta di fare sul tavolo romano tanto da ricompattare tutto il partito azzurro e far temere, presumibilmente, anche allo stesso candidato Palese, con le scelte nazionali un vero e proprio depotenziamento elettorale di Forza Italia in tutto il Salento.

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