LECCE- Il processo sulla presunta truffa con i fondi gestiti dall’Antiracket Salento è cominciato oggi davanti ai giudici della seconda sezione penale. Un’aula affollata in mattinata un gran numero di avvocati, difensori dei 23 imputati che hanno scelto il dibattimento dopo l’udienza preliminare del 3 novembre scorso. In aula anche i due pubblici ministeri titolari dell’inchiesta Roberta Licci e Massimiliano Carducci e i legali delle parti civili: tra questi il comune di Lecce, diverse associazioni e da ultimo la richiesta del Ministero dell’Interno e il fondo Antiracket italiano.
È stato il giorno delle questioni preliminari e della contestazione da parte dei legali degli imputati agli arresti domiciliari, della notifica di un decreto di citazione monco di 15 pagine riguardanti alcuni capi d’imputazione. Il giudice ha accolto l’eccezione della nullità della notifica sollevata dai alcuni legali, tra cui Amilcare Tana che difende Pasquale Gorgoni e Luigi Rella per la principale imputata Maria Antonietta Gualtieri, e rinviato l’udienza al 16 marzo. Il decreto dovrà essere nuovamente notificato, questa volta per intero.
Il processo prende il via dall’indagine della guardia di finanza che il 21 maggio scorso aveva portato all’arresto della presidente dell’associazione Antiracket salento Maria Antonietta Gualtieri, che gestiva gli sportelli di Lecce, Brindisi e Taranto, la sua segretaria, Serena Politi, l’ex dirigente dei servizi finanziari di Palazzo Carafa Giuseppe Naccarelli e il dirigente comunale Pasquale Gorgoni. Tra gli indagati anche l’ex assessore al Bilancio del comune di Lecce Attilio Monosi che aveva ricevuto la misura interdittiva per un anno dai pubblici uffici insieme all’avvocato Marco Fasiello, figlio di Maria Antonietta Gualtieri, 4 tra avvocati e commercialisti e due imprenditori. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione dedita alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, falso.