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Sbarchi, 2017 nero. In affanno Brindisi e Taranto. A Lecce trend in ascesa rispetto agli ultimi 2 anni

SALENTO – Agosto e settembre sono stati in assoluto i mesi più caldi: nel primo a sbarcare sulle coste dell’hinterland leccese sono stati 206 migranti, nel secondo 251. Sono i picchi raggiunti dal fenomeno sbarchi che nel 2017 in provincia di Lecce ha registrato 1322 nuovi arrivi. Un trend in ascesa rispetto al 2016 che si è chiuso con un totale di 1057 sbarcati, 202 in più rispetto al 2015.

Tra sbarchi e rintracci a terra sono 24 in tutto gli eventi che nel 2017 hanno impegnato la Capitaneria di Porto di Gallipoli, alla quale abbiamo chiesto un bilancio di fine anno.

Gli approdi più gettonati sono stati Otranto, Santa Maria di Leuca, San Foca, San Cataldo e poi Castro, Gallipoli e Tricase.

Ad intraprendere la traversata della fortuna sono stati iracheni, pakistani, iraniani, indiani, somali, afgani, siriani. E poi ancora migranti originari dello Sri Lanka o del Nepal.

I mezzi più gettonati per trasportare il carico umano sono state le barche a vela tra i 10 e i 14 metri, raramente gommoni o cabinati superiori ai 10 metri. In media su ogni natante sono stati stipati in 50, non di rado a bordo anche donne incinta, minori o addirittura neonati.

Terzo mese caldo, dopo Agosto e Settembre, è stato Aprile con uno scarto di soli 3 punti in più rispetto a giugno: rispettivamente sono stati registrati 189 e 186 sbarcati.

In totale, dicevamo, più di 1300 i nuovi arrivati. Un numero non allarmante se si considera che a Taranto in una sola notte, quella del 22 maggio, sono stati soccorsi ben 952 migranti. Fra loro c’era anche una salma. Dopo soli 4 giorni altri 465 i migranti sono arrivati nel Porto di Taranto mettendo a dura prova la macchina dell’accoglienza.

Idem rispetto a Brindisi dove sempre in una sola notte, quella del 14 luglio, ad essere soccorsi al Porto sono stati 860 rifugiati di origine subsahariana. Il 27 maggio poi ad attraccare alla banchina del Sant’Apollinaire ci aveva pensato un cargo con a bordo 476 persone salvate nel Canale di Sicilia. Il 30 giugno, infine, sempre nel porto brindisino, altri 402 arrivi: tutti della zona subsahariana, di cui 15 gravemente ustionati.

Un anno nero dunque quello che si è appena chiuso, numeri da capogiro con i quali il Salento (anche se in parte) ha dovuto fare i conti anche in tema accoglienza.

E.Fio

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