Sanità

Residenze per anziani, Ambito di Poggiardo a secco. Il Tar: “Indubbio squilibrio, Asl rimedi”

POGGIARDO- Lo squilibrio è nei numeri. C’è. E lo ammette anche il Tar di Lecce, che però ritiene di non poter porre rimedio. L’unica a poterlo fare è la Asl. Il punto è questo: un intero ambito per una popolazione complessiva di 47mila abitanti non ha un solo posto letto in Rssa, cioè in residenza sociosanitaria assistenziale per anziani, dove vengono seguite persone non autosufficienti.

Il Tar di Lecce, infatti, ha respinto il ricorso presentato dal Consorzio dell’Ambito – Zona di Poggiardo contro la Asl. La sentenza è delle scorse ore. Ad essere impugnato è stato l’avviso pubblico di marzo fatto per accogliere la manifestazione di interesse alla stipula di accordi contrattuali per 39 posti letto disponibili nei distretti di Martano, Nardò e Poggiardo. In quel momento, però, Poggiardo non aveva nessuna struttura pronta. O meglio, ne aveva tre già ultimate ma non ancora accreditate. La conseguenza? Gli undici posti letto che spettavano a quell’ambito “migrano” in quelli viciniori di Gagliano, Maglie e Casarano, a seconda di chi ne farà richiesta.

Il paradosso, però, è che nel frattempo una delle tre strutture, a San Cassiano, è stata autorizzata ma ha perso il treno della convenzione. E tutte dovranno restare ferme fino al prossimo giro. Oppure, lavorare solo con pazienti che un ricovero lì possono permetterselo. “Il timore – dice Rossano Corvaglia, presidente del consorzio – è di non poter fornire un servizio che per legge ci spettava, contando anche che ci doveva essere un equilibrio su tutto il territorio. I cittadini dell’ambito Poggiardo, dunque, non possono usufruire della copertura della retta di 3mila euro mensili, di cui la Asl deve farsi in parte carico”.

Ora il cda dovrà decidere se presentare appello al Consiglio di Stato contro la sentenza, contando che è già stato impugnato anche il rigetto della richiesta di sospensiva. In alternativa, dovrà provare a trattare con la Asl.

I giudici, ancora una volta sul tema, hanno dato ragione all’azienda sanitaria: i posti letto a disposizione vengono assegnati “in via prioritaria, ma non esclusiva alle Rssa che hanno sede operativa nei distretti carenti”. E se non ci sono proposte, la Asl, “in seconda istanza”, acquisisce le manifestazioni d’interesse delle strutture degli ambiti vicini, mentre non è tenuta a reiterare la procedura ogni sei mesi, perché altrimenti il rischio sarebbe quello di “una grave carenza nell’assistenza”.

“Tuttavia – riconosce il Tar – va anche precisato che la situazione venutasi a creare determina indubbiamente una situazione di squilibrio, alla quale l’Asl dovrà porre rimedio”.

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