LECCE – Prima udienza davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale collegiale nel processo sulla presunta truffa con appalti e tangenti che vede coinvolti diversi funzionari e dipendenti dell’Aquedotto Pugliese e alcuni imprenditori. Otto imputati che rispondono, a vario titolo, di truffa in erogazioni pubbliche, concussione, peculato e falso. La vicenda riguarda, e questo si dovrà chiarire in aula, i lavori per dei tratti di fognatura pagati e in realtà mai eseguiti.
Lo scorso settembre il Gup Antonia Martalò, su richiesta del pm Antonio Negro, aveva rinviato a giudizio otto persone: Cosimo Damiano Anglano, Vincenzo Arachi, Antonio Gai e Mauro Muya, funzionari e dipendenti della Macro Area di Lecce di Acquedotto Pugliese, Emanuele Rizzo e Mario Capocello come titolari della ditta I.C.O.S, Alessio e Michele Tundo di Seclì, come titolari della Tundo s.r.l. Nel processo si è costituito parte civile il Comune di Tricase con l’avvocato Toni Indino. Gli episodi contestati si sarebbero verificati tra giugno del 2009 e giugno 2011 nel Sud Salento dove, in almeno cinque comuni, erano stati appaltati lavori per la fognatura. Gli imputati sono accusati di non aver tenuto fede agli obblighi del contratto tra le ditte appaltatrici e sub-appaltatrici e l’Aqp. La somma complessiva del raggiro si aggirerebbe intorno ai 134mila euro. Per uno degli imputati, funzionario dell’acquedotto, c’è anche l’accusa di violenza sessuale per aver preteso prestazioni extra da un’imprenditrice che mirava ad un appalto.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Giampiero Geusa, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe e Michele Bonsegna, Massimo Muci, Francesca Conte, Vito Epifani.
L’udienza è stata aggiornata al 9 luglio del 2018.