Politica

Tap, la protesta dei manifestanti irrompe in Consiglio regionale durante l’approvazione della manovra finanziaria

BARI – Prima il sit-in all’esterno, poi la protesta dei No Tap si sposta all’interno e interrompe i lavori del Consiglio regionale.

I No Tap arrivano a Bari proprio mentre i sindaci sono riuniti a Lecce e chiedono al Consiglio maggiore attenzione: “Non ci lasciate soli, siate politici veri” urlano con cartelli alla mano. Dopo un botta e risposta tra i manifestanti e il consigliere tarantino, Donato Pentassuglia, piccato per il riferimento al lavoro svolto dagli eletti, la seduta è proseguita con il via libera alla manovra finanziaria da 40 milioni di euro.

Tredici milioni andranno alle ex province. Tre eletti della maggioranza, poi, nonostante il voto contrario del governo consentono l’approvazione di un emendamento di Forza Italia che, in buona sostanza, impegna parte delle risorse per garantire il riscaldamento nelle scuole. Dieci milioni vanno alla sanità. Sì alle modifiche al Reddito di dignità: l’intervento di sostegno durerà 12 mesi, incrementabile a 18 per specifiche esigenze. La soglia Isee degli aventi diritto non potrà essere superiore ai 6mile euro, 3mila per l’Isre. Altri 2 milioni di euro serviranno ai Consorzi di bonifica per poter funzionare. La manovra difesa dal governo, non piace alle opposizioni. Per Dit, è stata all’insegna del “fate bene fratelli”, per i Cinque Stelle è indice di una regione commissariata perché mancano nuovi servizi e per Forza Italia la maggioranza è venuta meno nel finanziare interventi importanti.

Via libera anche alla modifica della legge sulle Rssa, attesa dai sindaci di Acquarica e Gallipoli, presenti alla seduta. Gli ospiti delle RSA, anche in caso di aggravamento, possano continuare a rimanere nelle stessa struttura, che dovrà essere nelle condizioni di erogare prestazioni di bassa, media ed alta intensità assistenziale. Se le Asl non saranno in grado di fornire il servizio, l’assistenza domiciliare sarà garantita dalle Rssa. Saranno rideterminati i posti letto e le tariffe per patologia e per intensità assistenziale. Per tre anni sarà sperimentata la libera scelta, la possibilità cioè per l’utente di scegliere la struttura che lo dovrà ospitare.

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