BARI – La capacità di trattamento teorica degli impianti di compostaggio esistenti é ben diversa dalla capacità di trattamento effettiva che gli stessi impianti dedicano al recupero della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) prodotta dai comuni e raccolta in modo differenziato. Ecco perché, stando al resoconto dell’osservatorio ambiente regionale, è necessario un potenziamento degli impianti esistenti in particolare nell’hinterland leccese si richiede un aumento della capienza pari a 30 mila tonnellate annue.
La quantità autorizzata per l’impianto di Cavallino è pari a 40.000 tonnellate all’anno mentre per Tricase 25.000. Rispettivamente per il primo risulta finanziata la parziale riconversione in impianto di compostaggio mentre per il secondo non risulta agli atti alcuna conferma della volontà di realizzare l’impianto. A fronte di questo si ipotizza un fabbisogno residuo di 30.000 tonnellate all’anno, il rischio è che l’impianto di Cavallino sia sovraccaricato. Dunque il no di Tricase al compostaggio potrebbe comportare anche questo.