Politica

Addio Totò, gentiluomo della politica pugliese

LECCE – La politica pugliese ha perso una delle sue figure più rappresentative: si è spento a 64 anni, dopo una lunga malattia, Salvatore Negro.

Totò: così lo chiamavano tutti. Perché tutti si rivolgevano a lui. Salvatore Negro, era un punto di riferimento. Lo è stato da sindaco del suo paese, Muro Leccese. Lo è stato da vicepresidente del Consiglio provinciale. Lo è stato da consigliere regionale prima, e assessore al Welfare poi. Lo è stato da uomo di partito, l’Udc.

Totò Negro nell’aula di via Capruzzi, ci è arrivato nel 2010, dopo una lunga carriera amministrativa e politica nata nel 1980. Ma ciò che ha sin da subito contraddistinto il suo ruolo nel parlamentino pugliese è stato il suo modo di agire. Poco avvezzo alle polemiche, è stato per i presidenti Nichi Vendola prima, e Michele Emiliano, poi, il pontiere dei rapporti tra le parti. La persona capace di risolvere, ragionando, anche i momenti più delicati tra partiti dello stesso schieramento o di parte avversa. Mai spinto da fini personalistici, Totò, anteponeva nel suo agire, il fine ultimo del bene collettivo.

Salvatore Negro era un vero gentiluomo della politica. Mai i suoi toni hanno superato il livello del dibattito costruttivo, mai i suoi intenti hanno superato la soglia del personalismo. Era, piuttosto, colui che con la ragionevolezza data dal suo bagaglio personale, conduceva il confronto sul sentiero del buonsenso. Il garbo era la sua arma più potente.

Divenuto architetto nel 1978, ha accolto il ruolo di assessore al Welfare con slancio e dedizione. E A quel lavoro ha dedicato tutto se stesso, risolvendo questioni affatto semplici, utilizzando sempre lo strumento del dialogo. La famiglia era la bussola che orientava le scelte: la sua, amatissima, e quella altrui. Le famiglie in difficoltà, da aiutare con il RED, le famiglie che stentavano a nascere da aiutare con il bonus bebè – che non ha fatto in tempo a varare – le famiglie con figli portatori di handicap, malattie degenerative, dipendenze, da ascoltare e aiutare. Le famiglie, per le quali ancora tanto – diceva – si doveva fare.

Totò ha lottato duramente contro una malattia difficile, dedicando ad essa solo ciò che rimaneva di una giornata trascorsa in assessorato. E quando le sue condizioni non gli consentivano di essere presente nel suo ufficio, trasferiva carte, documenti e collaboratori nella sua stanza di ospedale.

Salvatore Negro è stato forte e tenace. E’ stato, soprattutto, una persona perbene, come poche se ne trovano.

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