LECCE – In quei posti che hanno conosciuto la solitudine e la morte, a portare i fiori ci pensa solo la natura. La zona terminale di Viale Taranto il 2 novembre diventa l’emblema di quella periferia alienante che ha accolto ben tre vite fatte di stenti che si sono rifugiate qui, qui dove si sono spente nel silenzio. E mentre nel cuore della città il via vai dal cimitero monumentale continua, ognuno con in mano un omaggio per i propri cari, ai margini l’indifferenza riecheggia oggi più che mai come una sentenza.
Il 27 gennaio di 3 anni fa al civico n°205 Dino e Veronica, una coppia di clochard di mezza età, sono precipitati in una cisterna, larga almeno due metri, profonda 5, dopo il cedimento del pavimento della loro abitazione. Il bilocale è stato posto sotto sequestro, gli ingressi dell’intero stabile murati, l’esterno è intoccato. Della morte di Riccardo Martina e Veronica Piggini avrebbe potuto non accorgersene nessuno se un vicino (un senzatetto come loro) preoccupato nel non vederli da tempo, non avesse deciso di affacciarsi in quella casa dove i loro corpi da giorni erano riversi esanimi nella cisterna.
Poche decine di metri più in là è stato proprio quel vicino, tutto baffi e cappellino, a morire di stenti il 20 agosto dello scorso anno. Nella culla di questa ennesima tragedia il tempo sembra essersi fermato. In quel garage dove aveva allestito un giaciglio e un tavolo per mangiare Giuseppe Fiorentino, clochard molto noto in città, si è spento. L’unico a versare una lacrima per lui è stato il suo fedele cagnolino, con cui divideva quel poco che riusciva a racimolare di giorno in giorno per campare. Sarebbe il suo amico a 4 zampe probabilmente l’unico oggi a portargli un fiore.
Qualcuno dei residenti un desiderio da esprimere lo avrebbe e chiede di poter lanciare un appello ai nostri microfoni: “perchè la rinascita di questa zona -spiega- partendo propria dalle ceneri del passato, sarebbe un bel messaggio“.
E così mentre un monaco rissoso vola tra gli alberi (come cita il murales dedicato a Bodini sul prospetto dell’edificio a due passi da quel garage), il 2 novembre su Viale Taranto non c’è neanche un fiore. Fortuna che il cielo, quello no, i margini non li conosce.
E.Fio