SALENTO – L’obbligo di accatastamento, con il timore dell’imposizione dell’IMU, disincentiva molti proprietari di pajare, furneddhri e lamie da azioni di restauro; anzi, vi è sempre di più il rischio che siano favorite azioni di demolizione o abbandono. Per questo Forum Ambiente e Salute scrive al Presidente della Regione Puglia, agli Assessori All’agricoltura, ai Beni Culturali, all’Assetto del Territorio, e al Presidente della Provincia di Lecce.
“Questi immobili dovrebbero essere esonerati da tale imposta, non automaticamente connessa all’accatastamento. Inoltre , se l’accatastamento può essere comprensibile e forse anche opportuno (per avere un censimento dello stato attuale di tali costruzioni ) , è ragionevole che ciò comporti un costo di diverse centinaia di euro, oneroso, talvolta insostenibile per i proprietari, che spesso non beneficiano dell’immobile, giungendo a considerare una pajara un peso da cui disfarsi , più che un bene da custodire?
Per tali costruzioni si dovrebbe predisporre un iter di accatastamento più semplice, meno oneroso, possibilmente con un atto di autocertificazione da registrare all’Ufficio entrate. Ciò favorirebbe il censimento generalizzato di tali preziosi immobili, incentivando la registrazione anche da parte di molti proprietari cui non è stato notificata l’ingiunzione a farlo. Ogni intervento dello stato non deve essere solo impositivo, ma anche di sensibilizzazione e sostegno per la tutela della cultura e del paesaggio. Diversamente il Salento rischia di perdere, insieme agli ulivi devastati dal disseccamento, anche l’altro principale aspetto identitario del suo paesaggio, depauperato da decenni, la cultura della pietra”. La richiesta è quella di un intervento diretto e di sollecitazione verso il Ministero delle finanze.