BARI – La Regione Puglia medita di prorogare la data entro la quale si possono presentare le domande di risarcimento dei danni imputati all’infezione del batterio Xylella fastidiosa sugli ulivi.
Tante le denunce avviate per tempo, ma troppo poche, ancora, le aziende che hanno avviato la procedura online per ottenere i ristori. Un’assurdità, visto che tra l’altro in tanti hanno battuto i pugni quando il sistema informatico si inceppava. Poi si è sbloccato, le prenotazioni sono state inserite sulla piattaforma telematica, ma è arrivato il nuovo intoppo, stavolta un vero rompicapo: dimostrare l’effettivo danno subito, che deve essere non inferiore al 30 per cento della produzione lorda vendibile.
La giornata di lunedì sarà quella in cui gli uffici faranno il punto, per capire se c’è davvero margine per spostare più in avanti il “termine ultimo e inderogabile” fissato per le ore 12 del giorno successivo, il 31 ottobre.
Per l’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo Di Gioia, “il problema non è da poco, visto che una buona fetta di aziende rischia di non accedere ai contributi”. Venerdì scorso, sono stati proprio gli uffici regionali a dare lo scossone: a fronte delle circa 1.650 imprese salentine che potenzialmente avrebbero diritto, risultano aver inserito i dati solo circa 600 aziende. Poco più di un terzo.
Il cortocircuito trova spiegazione, si diceva, nella complessità della procedura per richiedere i risarcimenti dei danni da calamità, accedendo così al Fondo di Solidarietà nazionale.
Sul portale regionale ‘Sviluppo rurale’ devono essere inseriti i dati relativi all’azienda richiedente e quelli che dimostrano qual era il valore della produzione lorda vendibile prima della malattia degli ulivi e quale dopo, per valutare il danno e il calcolo della relativa compensazione. Non un’operazione semplicissima. Ma senza proroga restano solo due giorni.
