Cronaca

Gli ex contrabbandieri si reinventano e diventano scafisti: 7 arresti della GdF

LECCE – Gli ex contrabbandieri si reinventano. Da trafficanti di sigarette a trafficanti di droga, a traghettatori di esseri umani. Da cui il nome dell’operazione della Guardia di Finanza, “Caronte”, che ha smantellato un gruppo criminale e arrestato sette persone. Due cellule distinte ma in stretto contatto tra loro, una italiana, brindisina, e una greca, organizzavano e gestivano i flussi di migranti non regolari, prevalentemente somali e siriani, con approdo sulle coste di Castrignano del Capo, Andrano, Otranto, del Ciolo e di Torre Canne.

Con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, dello S.C.I.C.O. (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) di Roma e della Sezione Operativa Navale di Otranto hanno eseguito 7 ordinanze cautelari a carico dei componenti del gruppo criminale trans-nazionale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina via mare. A capo c’erano, secondo le indagini, Cosimo Calò, 72enne di Ostuni, e Antonio Massaro, 62 anni, brindisino. Arrestati anche il figlio 35enne di quest’ultimo, Cosimo Massaro, il fasanese Francesco Calamo, 49 anni, Giovanni Carabotti, anche lui 49enne, di Cisternino, Antonio Natola, 53enne di Fasano; colpito dalla misura restrittiva anche un uomo iracheno con cittadinanza greca, per il quale è stata avviata la procedura rogatoriale per ottenere un mandato di arresto europeo.

L’operazione ha avuto origine nel 2014, quando furono evidenziate all’Autorità Giudiziaria le condotte di alcuni storici contrabbandieri brindisini che, in collaborazione con soggetti operanti in Montenegro, Grecia ed Albania, favorivano l’ingresso illegale nel territorio nazionale di numerosi migranti sfruttando la consolidata esperienza maturata in mare, le tecniche di navigazione rodate e i trucchi per tentare di eludere i controlli lungo la tratta, con tanto di “vedette” in mare. In Grecia e in Albania c’erano i soggetti incaricati di “reclutare” i migranti da trasportare in Italia, prodigandosi per il reperimento delle imbarcazioni da utilizzare per la traversata e l’individuazione degli scafisti cui affidare la loro conduzione.

Sono state avviate serrate attività di cooperazione internazionale di polizia con la Guardia Costiera Ellenica, con funzionari doganali ciprioti, funzionari del Crime Police Department della Polizia Montenegrina ed Albanese, con l’inoltro di apposite rogatorie internazionali della Magistratura Leccese.

In questo quadro, nel tempo, sei episodi sono stati scoperti, le imbarcazioni sono state sequestrate e gli scafisti arrestati.

I migranti, partiti dai paesi di origine, raggiungevano la Turchia e da lì si spostavano in Grecia, dove componenti dell’organizzazione provvedevano al loro ricovero in strutture ubicate nella città di Atene, in attesa dell’imbarco. Giunto il momento, i migranti venivano quindi trasportati con dei camion sulla costa, ove venivano imbarcati alla volta delle coste salentine. Per quest’ultima tratta il prezzo richiesto ad ogni migrante si aggirava sui 4.500-5.000 Euro.

26 in tutto le persone coinvolte facenti parte del gruppo, alcune in fase di identificazione. Agli arrestati viene contestato il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina aggravata dal fine di trarne profitto esponendo la persona trasportata a pericolo di vita e dalla trans-nazionalità delle condotte.

Stando alle indagini, uno dei capi dell’organizzazione cercava di reinvestire parte dei proventi dell’illecita attività partecipando a gare pubbliche per l’acquisto di imbarcazioni dismesse dalla flotta della Guardia di Finanza in quanto dichiarate fuori uso.

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