SPECCHIA – Una bara bianca e sopra una grande foto di Noemi Durini. Accanto la mamma Imma, il padre Umberto, la sorella maggiore Benedetta.
Grandi vetrate aperte ad accogliere amici e parenti, nel mesto via vai cominciato dalle prime ore del mattino, da quando il feretro è stato trasferito dalla sua casa nel centro Capsda, in piazza caduti di Nassirya.
Dopo l’autopsia durata diverse ore, con gli atti secretati e l’attesa di ulteriori analisi per capire, tra le altre cose, se sul corpo di Noemi ci sia un dna, la famiglia ha ottenuto il nullaosta per il rientri della salma, arrivata a casa, tra la commozione e il silenzio in tarda serata. Ad attenderla amici e parenti in lacrime. Sulla soglia di casa anche il nonno di Noemi. In mattinata i saluti di rito, le condoglianze ai genitori, e una comunità intera affranta e ancora incredula.
Ieri l’autopsia sul corpo della ragazzina che non ha fornito – però – elementi certi per stabilire le case della morte anche se i medici legali hanno “forti sospetti” su alcune lesioni presenti tra il collo e la testa della sedicenne.
Le “lesioni multiple” rilevate sono state “indotte da mezzi diversi”. Quali siano questi mezzi, al momento non è certo perché il corpo è fortemente interessato dai ditteri cadaverici che hanno alterato le lesioni creando dei crateri visivi. Saranno quindi necessari esami istologici sui tessuti. Sul corpo – viene sottolineato – non sono presenti segni di colpi di pietra.
E intanto Agnese Maisto, una delle insegnanti della ragazza, annuncia, in qualità di promotrice dell’iniziativa, l’avvio di una raccolta fondi per finanziare la creazione di un centro territoriale intitolato a Noemi. Per questo sono stati aperti due conti correnti.