SPECCHIA-MONTESARDO – Continua il botta e risposta mediatico tra i genitori di Noemi Durini e quelli del suo assassino reo confesso: ed è proprio il conflitto tra i due nuclei familiari a raccontare i “retroscena” della tragedia.
Ai microfoni di Quarto Grado la madre di lui arriva dritta al punto, senza remore: sarebbe Noemi, a suo dire, ad aver trasformato suo figlio in un mostro. Un anno d’inferno per una ragazzina che avrebbe voluto sterminare la famiglia di lui -secondo la donna- tanto che la sua morte la farebbe sentire più leggera.
La mamma di Noemi non ci sta. Guarda dritto nella telecamera, si rivolge alla famiglia di Lucio: “basta calunnie -dice- non eravate e non siete all’altezza: è questa la spiegazione alla morte di mia figlia”.
Poi il nodo della lettera scritta da lui il 12 agosto dell’anno scorso. Lucio racconta la sua vita prima di Noemi: “con il mio migliore amico trascorrevo interi pomeriggi a fumare grosse quantità di marijuana, spacciavamo, avevamo un patto: non dovevamo fidanzarci”. Accordo che cade nel vuoto quando il ragazzo conosce Noemi. Tutto rose e fiori -racconta- fino a quell’insopportabile sgambetto della famiglia.
Lei era la sua forza e la sua debolezza, spiega nella lettera. E’ stato il pensiero di Noemi ad aiutarlo a riprendersi dal primo TSO, lo stesso che lo avrebbe spinto però ad atti di autolesionismo ed un altro ricovero a Galatina.
Quello che Lucio racconta è anche un disperato conto alla rovescia alla maggiore età, per essere libero di averla tutta per sè fregandosene del resto. Intanto per chiunque mettesse bocca nel rapporto, inclusa la sorella della vittima, lui aveva sempre una risposta pronta.
Ed è forse per questo che il dolore è misto a rimorso: i segnali c’erano, ma nessuno ha immaginato che a pagarne le spese sarebbe stata la giovane vita di lei.
