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Confindustria si schiera al fianco del comitato olivicoltori salentini

LECCE – “La Xylella fastidiosa non è un problema che riguarda e deve riguardare solo il Salento ma anche la Regione Puglia, l’Italia e l’Unione Europea. È una calamità che esiste da diversi anni e che sta depauperando progressivamente e in maniera irreversibile il nostro patrimonio olivicolo. É giunto il momento di intervenire in maniera energica e decisiva a supporto del comparto per evitare un ennesimo disastro per il nostro territorio”. Con queste parole il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro commenta lo stato d’emergenza in cui versa il Salento, che rischia seriamente di essere sconvolto e minato proprio in ciò che lo rende unico, inimitabile e inestimabile: gli ulivi.

Per tali ragioni Confindustria Lecce intende sostenere la posizione e le richieste del Comitato Olivicoltori Salentini che ha manifestato oggi per richiamare l’attenzione del mondo politico e per lanciare ancora una volta l’allarme sulla diffusione della Xylella e sulla scomparsa delle cultivar tipiche del Salento, sollecitando con forza un’azione rapida e concreta su questo dramma territoriale.

“Confindustria Lecce già nel 2013 – afferma Maurizio Zecca, presidente della Sezione Industrie Alimentari – in collaborazione con altre Associazioni datoriali agricole, con l’Università ha chiesto di predisporre un fondo straordinario di intervento per supportare gli olivicoltori colpiti dalla moria delle piante e bloccare la diffusione del batterio killer. Nonostante gli appelli condivisi, gli incontri e i confronti ai quali, in questi quattro anni, la nostra Associazione, insieme alle altre di categoria, ha partecipato, tale richiesta è caduta nel dimenticatoio e con essa tutte le risposte alle questioni sollevate per risolvere il problema Xylella”.

“Nel frattempo – continua Zecca – abbiamo assistito impotenti alla distruzione del patrimonio olivicolo salentino, con conseguenze pesanti sul fronte agricolo, turistico, culturale ed ambientale”.

È di ieri la nota diramata dalla Regione sulle condizioni dell’agricoltura nel nostro territorio, sulle sue potenzialità e capacità di contribuire alla crescita e allo sviluppo dell’economia territoriale. Sembra davvero anacronistico se si pensa alle perdite subite dagli olivicoltori salentini. L’olivicoltura non può e non deve essere considerata un settore a sé stante e, soprattutto, occorre trovare con urgenza una soluzione definitiva a un problema che rischia di distruggere gli ulivi del Salento.

Di fronte a tutto ciò non resta altro che chiedere la dichiarazione permanente dello stato di calamità naturale per dare la possibilità agli olivicoltori salentini e alle imprese della filiera di accedere a sgravi fiscali, previdenziali e alla moratoria dei mutui bancari.

Chiediamo che sia consentito agli olivicoltori il reimpianto delle cultivar che resistono al batterio – Leccino e Favolosa – nelle zone in cui sono stati effettuati gli abbattimenti.

La gestione straordinaria ed emergenziale appare l’unica strada percorribile per consentire un aumento significativo degli aiuti accoppiati per gli oliveti delle zone delimitate; allo stesso tempo occorre immaginare un PSR dedicato al Salento con misure mirate e pianificate per lo sviluppo, oltre a verificare l’utilizzo delle risorse del piano olivicolo nazionale ed eventuali aiuti di Stato.

Si tratta di azioni non più rinviabili per vincere una battaglia dalla quale nessuno può esimersi.

E’ ora che il mondo politico e in particolare i rappresentanti salentini a tutti i livelli – provinciali, regionali, nazionali ed europei – diano segnali concreti su come intendono muoversi per affrontare e superare l’emergenza Xylella, indicando soprattutto le strade che intendono percorrere per sostenere le imprese del comparto olivicolo e salvaguardare il territorio. Tanto al fine di scongiurare che il disagio e la disperazione degli imprenditori del sistema olivicolo possa degenerare in azioni esasperate e di protesta più veemente.

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