Ambiente

Trivelle, la controproposta a Emiliano: “legge regionale per bloccare l’air gun”

LECCE- Contro le trivelle, i ricorsi al Tar serviranno a molto poco: già una cinquantina di sentenze in tutta Italia, di cui una decina riguardanti la Puglia, boccia i ricorsi delle Regioni, sostenendo, in poche parole, che per le fasi iniziali di ricerca e prospezione degli idrocarburi gli impatti non sono irreversibili. Dunque, il parere pur negativo degli enti locali conta poco. Nella consapevolezza di ciò, venerdì, durante il vertice convocato a Palazzo dei Celestini, la Provincia di Lecce si farà promotrice di una controproposta al governatore Michele Emiliano: emanare una propria legge regionale per impedire su questo territorio l’impiego dell’air gun. Si può fare? L’ambiente è una delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni e questa norma potrebbe essere impugnata dal governo dinanzi alla Corte Costituzionale, che poi deciderà. Ma ci vorranno almeno un paio d’anni e nel frattempo si potrebbero bloccare i petrolieri su tutti gli altri fronti.

A partorire questa idea è Pietro Quinto, uno dei tre legali a cui il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone ha deciso di affidarsi. Il 31 agosto scorso è arrivata la doccia fredda: l’ok del Ministero dell’Ambiente, di concerto con quello ai Beni Culturali, al permesso di ricerca di petrolio all’americana Global Med ad appena 13 miglia da Leuca. Agendo semplicemente con i ricorsi al Tar significherebbe presentarsi in battaglia con le armi spuntate già in partenza.

L’artiglieria pesante, invece, richiederebbe uno sforzo normativo maggiore.

«Venerdì – spiega Quinto – sosterrò la tesi già avanzata da Gabellone della necessità di un intervento forte della Regione, altrimenti non si andrà da nessuna parte. Il punto è cosa si può fare in concreto, visto che la giurisprudenza è già chiara sul destino dei ricorsi, che pure vanno fatti. Emiliano è un presidente protagonista, un governatore che quando vuole prende di petto le questioni. Ci aspettiamo lo faccia anche per il Salento».

Dunque, verrà suggerita un’iniziativa legislativa della Regione per coprire il deficit procedimentale riguardante le prime due fasi di ricerca e prospezione petrolifera, fasi per le quali il parere regionale è facilmente scavalcabile. Si potrebbe far leva sul principio di precauzione, costituzionalmente riconosciuto, per sparigliare le carte e mettere in difficoltà il governo. Poi, dinanzi alla Corte Costituzionale si vedrà.

Intanto, però, i parlamentari sono chiamati alla mobilitazione: «le interrogazioni – rimarca Quinto – non servono a niente. Con una loro proposta in aula, invece, si potrebbe riprendere uno strumento che purtroppo è naufragato: l’inserimento della tecnica dell’air gun nella lista degli ecoreati, da cui è stato escluso all’ultimo momento. Differenziando le ipotesi e i contesti di impiego, invece, per la ricerca di idrocarburi potrebbe ritornarci».

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