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Sequestro discarica amianto, pronto ricorso in Cassazione

GALATONE – La discarica di amianto di Galatone è ferma dall’11 luglio scorso, ma contro il sequestro preventivo ora è pronto il ricorso in Cassazione, per chiederne l’annullamento. Per la società proprietaria dell’impianto, la Rei srl, “non c’è alcun rischio ambientale”. “E questo – dice l’amministratore Giuseppe Calò – si afferma sulla base di una perizia che l’azienda ha affidato a Norberto Roveri, docente dell’Università di Bologna. In questi anni – aggiunge- abbiamo portato avanti il nostro monitoraggio (in regime di autocontrollo, ndr), senza mai trovare fibre disperse in aria, terreno o acque, e con una gestione nel rispetto dell’autorizzazione rilasciata, come confermato da Arpa nelle verifiche di un anno e mezzo fa”.

Per la Procura, invece, tutta un’altra storia: la perizia del consulente tecnico, che il 26 maggio scorso ha effettuato un sopralluogo assieme alla Polizia Provinciale, ha contestato la presunta dispersione nell’ambiente delle fibre d’amianto, con grave danno per la salute. Il 6 giugno, la Polizia Provinciale ha preso atto e verbalizzato che il gestore aveva attuato tutte le misure correttive richieste. Azioni che nono sono bastate: l’11 luglio il gip Michele Toriello, su richiesta del pm Elsa Valeria Mignone, ha firmato il decreto di sequestro preventivo. Un provvedimento assolutamente sproporzionato, secondo l’avvocato della Rei, Federico Massa, secondo il quale l’atto è stato “adottato con procedure quantomeno irrituali”.

A suo avviso, i sigilli sono stati apposti in assenza di un qualsivoglia danno ambientale accertato. La perizia di Roveri dimostrerebbe l’assenza di fibre sia nell’aria che nel terreno agrario circostante. Quelle nel percolato della discarica (ovvero l’acqua piovana che permea i rifiuti presenti nella parte basale della discarica) sarebbero 100 volte inferiori alla quantità che si riscontra normalmente nell’acqua potabile degli acquedotti italiani (la cui rete di distribuzione è costituita, com’è noto, in gran parte da tubazioni in cemento-amianto). In secondo luogo, per Massa il provvedimento è stato disposto nonostante il fatto che il gestore abbia dimostrato solerzia nel risolvere le criticità contestate. Infine, alcune contestazioni, come la tempistica con cui i rifiuti vengono ricoperti e le modalità con cui vengono abbancati in discarica, sarebbero consentite dall’atto autorizzativo dell’impianto. È sulla base di queste ragioni che la battaglia si sposterà ora in Cassazione, mentre sul territorio si continua a chiedere alla Provincia, come fa anche il sindaco di Galatone, la revoca dell’autorizzazione unica.

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