LECCE- Mentre il caldo asfissiante spinge i consumi di frutta e verdura, nel Salento angurie, meloni gialli e pomodori restano sui campi, a marcire, perché agli agricoltori non conviene neppure raccoglierli, visto che sono pagati troppo poco. È il paradosso della stagione: i frutti per eccellenza non trovano mercato. “Il crollo verticale dei prezzi di vendita è effetto di distorsioni di filiera e speculazioni – denuncia Coldiretti Puglia – per cui le aziende agricole non riescono neppure a coprire i costi di produzione”. In provincia di Lecce, quest’anno, le angurie sono maturate prima e sono state raccolte e vendute con due settimane di anticipo, i primi giorni a prezzi stabili, mentre subito dopo le quotazioni sono crollate vertiginosamente. Anche nelle province di Brindisi e Taranto, le angurie vengono pagate in campagna a 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli non superano i 10 centesimi. Stesso copione per i pomodori piccoli a grappolo, per cui non si superano i 18 centesimi e quello da mensa che raggiunge appena i 22 centesimi al chilo. Tanto viene corrisposto al produttore, anche se nei supermercati i prezzi arrivano fin troppo gonfiati. Ecco perché gli agricoltori stanno optando per il non raccogliere più, tanto che stanno fresando e interrando il prodotto. Uno scenario che rispecchia l’andamento dell’ultimo decennio: il frutteto pugliese dal 2006 al 2016 si è ridotto del 15 per cento, perdendo oltre 8mila ettari, stando alle stime diffuse dall’organizzazione di categoria.